Cinque giovani studenti partono a bordo di un camper per raggiungere una baita isolata in un bosco, per godersi un weekend di divertimento. Scopriranno ben presto di non essere soli, tra creature orripilanti, mostri di ogni specie ed una misteriosa struttura segreta ipertecnologica da cui un gruppo di individui li osservano attraverso telecamere nascoste. Horror derivativo, contaminato da una straniante ironia nera, che affastella caoticamente tutte i cliché del genere divertendosi, simultaneamente, a citare, omaggiare, ricalcare, demitizzare, distruggere e (almeno nelle intenzioni) "reinventare" gli stilemi classici del genere. Scorrevole e leggero, ondivago e impertinente, si mantiene in bilico tra la deriva farsesca di matrice post-moderna e l'antologia di tutti quegli elementi (alti e bassi) che hanno caratterizzato la storia dell'horror. Nel suo gioco meta-cinematografico, più delirante che coerente, ambisce a tracciare una cervellotica parabola sui meccanismi intimi del cinema stesso, per fortuna in maniera semiseria, ma questo non basta ad essere indulgenti verso un'operazione pretenziosamente narcisistica e manieristicamente confusa, i cui risultati sono più risibili che concreti. Eppure il film ha avuto un buon successo di pubblico e critica, ben oltre i propri meriti ed ogni tentativo di generosa benevolenza, per un prodotto che sembra più adatto ad un pubblico giovanile di poche pretese e di scarse conoscenze in merito di horror. Da segnalare nel cast Kristen Connolly, Chris Hemsworth, Anna Hutchison e Fran Kranz. Il regista Goddard (ovviamente da non confondere con il quasi omonimo Maestro francese) mette in scena uno sconnesso contenitore-labirinto-puzzle fatto di "pezzi" di altri film, per realizzare un minestrone sarcastico che vorrebbe rinnovare il genere mettendone a nudo i meccanismi nascosti e le dinamiche creative, ma dando origine ad un pandemonio di immagini e situazioni che nulla aggiungono a quanto non si sia già visto sul grande schermo. Mezza stellina in più, di incoraggiamento, per l'ardire.
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