domenica 15 dicembre 2013

La morte corre sul fiume (The Night of the Hunter, 1955) di Charles Laughton

Il losco Harry Powell, pericoloso assassino senza scrupoli che si mostra come pastore protestante, conosce in carcere un condannato a morte che gli parla del lauto bottino di una rapina nascosto nella sua abitazione. Quando esce di galera Powell si reca a casa dell'uomo, seduce e sposa la sua vedova ma non riesce a trovare il denaro nascosto. Quando intuisce che i depositari del segreto sono i due piccoli figli del suo ex compagno di cella, decide di assassinare la donna per intimorire i bambini e costringerli a rivelare quello che sanno. Un gioiello purtroppo misconosciuto ma trattasi di capolavoro. Tratto dal romanzo "The Night of the Hunter" (1953) di Davis Grubb e sapientemente diretto dall'attore Charles Laughton, alla sua prima ed unica regia, è un thriller affilato che vira nella favola horror di onirica atmosfera e di raffinata suggestione. Omaggia (e rilegge) il cinema di Griffith e l'espressionismo tedesco, con alcune sequenze visionarie di enorme fascino simbolico, e critica apertamente il fanatismo religioso di certi strati sociali statunitensi. Nel suo intreccio polifonico di influenze e suggestioni, il film di Laughton è un misterioso mix di generi difficilmente classificabile secondo criteri convenzionali, e contiene almeno due linee narrative predominanti: la fiaba nera e la novella infantile. Nei suoi molteplici livelli interpretativi non va dimenticato quello psicoanalitico. Memorabile interpretazione di Robert Mitchum che dà vita a uno dei migliori villain cinematografici di sempre, non a caso presente in tutte le classifiche di questo tipo redatte dagli esperti. Film di culto per cinefili, fu un clamoroso, quanto immeritato, flop commerciale. La sequenza notturna nella palude è puro incanto visivo e appartiene di diritto all'antologia del cinema.

Voto:
voto: 4,5/5

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