Il losco Harry Powell, pericoloso assassino senza scrupoli che si mostra come pastore protestante, conosce in carcere un condannato a morte che gli parla del lauto bottino di una rapina nascosto nella sua abitazione. Quando esce di galera Powell si reca a casa dell'uomo, seduce e sposa la sua vedova ma non riesce a trovare il denaro nascosto. Quando intuisce che i depositari del segreto sono i due piccoli figli del suo ex compagno di cella, decide di assassinare la donna per intimorire i bambini e costringerli a rivelare quello che sanno. Un gioiello purtroppo misconosciuto ma trattasi di capolavoro. Tratto dal romanzo "The Night of the Hunter" (1953) di Davis Grubb
e sapientemente diretto dall'attore Charles Laughton, alla sua prima ed
unica regia, è un thriller affilato che vira nella favola horror di
onirica atmosfera e di raffinata suggestione. Omaggia (e rilegge)
il cinema di Griffith e l'espressionismo tedesco, con alcune sequenze visionarie di enorme
fascino simbolico, e critica apertamente il fanatismo religioso di certi
strati sociali statunitensi. Nel suo intreccio polifonico di influenze e suggestioni, il film di Laughton è un misterioso mix di generi difficilmente classificabile secondo criteri convenzionali, e contiene almeno due linee narrative predominanti: la fiaba nera e la novella infantile. Nei suoi molteplici livelli interpretativi non va dimenticato quello psicoanalitico. Memorabile interpretazione di Robert
Mitchum che dà vita a uno dei migliori villain cinematografici di
sempre, non a caso presente in tutte le classifiche di questo tipo redatte dagli esperti. Film di culto per cinefili, fu un clamoroso, quanto immeritato,
flop commerciale. La sequenza notturna nella palude è puro incanto visivo e appartiene di diritto all'antologia del cinema.
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