Carmelo Mardocheo, detto Mimì, è un siciliano emigrato a Torino che trova lavoro in una fabbrica metallurgica grazie ad amicizie mafiose. Conosce e sposa la volitiva lombarda Fiorella, da cui avrà un figlio. Dopo il trasferimento a Catania scopre che sua moglie lo tradisce con un brigadiere della finanza e che aspetta un figlio da lui. Per consumare la sua vendetta Mimì (che ha sempre sbandierato le sue ampie vedute frutto della permanenza al Nord Italia) si sacrifica seducendo la moglie del finanziere, la grassa e laida Amalia. Ma gli imprevedibili eventi lo faranno finire prima in prigione, poi galoppino elettorale di un boss mafioso e con una colorita e numerosa famiglia allargata a cui badare. Negli anni '70 la derivazione della commedia sexy dal filone principale
di quella all'italiana segnò una forma di involuzione che, unitamente
alla perdita dell'ottimismo vitalistico degli anni '60, determinò
l'inizio della fase calante per questo genere tanto amato e così ricco
di opere memorabili. Ma il declino sarà lento ed ancora vi sono autori
che si affermano nel campo, come Lina Wertmuller, che con questo film
coglie un altro grande successo dell'epoca ed impone una nuova coppia di
protagonisti all'altezza della tradizione: Giancarlo Giannini e
Mariangela Melato. Il film riprende il filone delle satire siciliane,
con un sovrappiù di coloriture farsesche, stravolgimento visionario e inserti grotteschi,
che, unitamente a una divertentissima caratterizzazione irrequieta di personaggi e
ambienti, ad un ritmo brillante ed implicazioni politiche di attualità,
assicurano uno spettacolo di grande presa sul pubblico. Segnò l'inizio
di una lunga serie di personaggi "stralunati" interpretati da Giannini con irresistibile mimetismo.
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