Ambizioso e magniloquente progetto, in coproduzione internazionale, diretto dal tedesco Tom Tykwer e dai Wachowski bros, subentrati in corso d'opera. Tratto dall'altrettanto ambizioso romanzo di David Mitchell (L'atlante delle nuvole)
è un film "grande" (ma non un grande film) che mescola fantascienza,
dramma, noir e commedia, portando avanti un'idea, a metà strada tra il
filosofico e l'esoterico, di interconnessione predestinata tra storie e
personaggi ("eletti") di epoche diverse. Supportato da un cast notevole
(Tom Hanks, Halle Berry, Hugh Grant, Jim Broadbent, Hugo Weaving, Jim
Sturgess) il film è diviso in 6 episodi interlacciati di varia
collocazione temporale e geografica: la Polinesia di fine '800, la
Scozia degli anni '30, la California degli anni '70, la Gran Bretagna
del presente (2012), la Seoul del 2144 ed una nuova preistoria post
apocalittica del 2321. La narrazione procede a balzi, in modo
discontinuo ed a volte confuso, per evidenziare la suggestiva teoria che
"tutto è connesso" in un gioco di reincarnazioni e di destini
incrociati. Il risultato finale è un film ampiamente irrisolto, disomogeneo,
altalenante, troppo lungo e dai troppi toni. Numerose sono le cadute di
stile ed i momenti fastidiosamente grotteschi, in particolare gli
episodi diretti da Tykwer sono quelli più deboli. I Wacho, pur abusando della loro estetica cyber punch infarcita dalla consueta metafisica dozzinale (Matrix docet),
garantiscono, quanto meno, un'interessante dimensione visiva,
specialmente nell'episodio del 2321. L'eccessivo trasformismo degli
attori, spesso truccati in modo pacchiano per interpretare ruoli
differenti in età differenti, ha il suo apice trash in Jim Sturgess
agghindato come Keanu Reeves/Neo nell'episodio della Seoul futuristica,
tra l'altro assai conforme all'estetica di Matrix. E' un vero
peccato perchè l'idea di base era interessante e il progetto avrebbe
meritato miglior sorte se fosse finito in altre mani.
Voto:





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