Un anonimo impiegato depresso e insonne, dedito a una vita banale fatta di stereotipi e formule preconfezionate dal consumismo imperante, cerca strade alternative frequentendo gruppi d'ascolto per malati terminali. L'incontro casuale in aereo con il carismatico Tyler Durden, bello, ribelle e "maledetto", cambierà per sempre la sua vita. I due giovani daranno inizio a un leale sodalizio fondando insieme il "Fight Club": luogo clandestino dove ci si massacra di botte a mani nude per sentirsi vivi e abbattere l'ideologia perbenista del potere. In breve i loro seguaci si moltiplicheranno in modo esponenziale fino a diventare un piccolo esercito sotterraneo di uomini pronti a tutto. In questo modo il diabolico Tyler sta progettando la sua personale rivoluzione, per distruggere il sistema oligarchico attraverso una progressiva azione eversiva che lo consuma dall'interno, fino ad esplodere in un simbolico attacco finale. Ma chi è veramente Tyler Durden ? Cult assoluto degli anni '90, è un thriller anarchico a tinte surreali
di forte impatto visivo, scritto bene, diretto meglio ed egregiamente
recitato dal formidabile trio di interpreti (Edward Norton, Brad Pitt, Helena Bonham
Carter). La notevole carica eversiva del film, unita alle numerose scene
di violenza, gli causò non pochi problemi all'uscita relegandolo in una
ingiusta sordina che non meritava. Ma già l'uscita in home video ne ampliò fama e
fortuna, specie presso il pubblico giovanile, facendogli assumere
presto il ruolo di cult assoluto. La regia di Fincher è ipnotica e
avvolgente, unendo all'estrema perizia tecnica il genio visionario
necessario ad una storia del genere: sporca, cattiva, improbabile e
sopra le righe. Il sottotesto politico anticonsumistico è grossolano,
furbo, ma estremamente potente nella sua diabolica malia, proprio come il
personaggio luciferino di Tyler Durden, divenuto icona trasgressiva di ogni ribellione
nichilista. Il messaggio spicciolo che proviene dal film (la violenza
come risposta al vuoto interiore portato dal capitalismo occidentale)
fece parecchio discutere e molti accusarono il regista di "gioco sleale" o di "perversa manipolazione"
per il famoso finale a sorpresa. Raccontato in un unico lungo flashback (che contiene diversi indizi rivelatori del colpo di scena finale), è tratto dal romanzo omonimo di Chuck Palahniuk ed è leggibile a più livelli di lettura sotto la sua scorza di action movie: satira intellettuale, opera "a tesi", metafilm che vale anche come allegoria del cinema per le motivazioni alla base delle azioni del protagonista: rendere la realtà conforme ai propri desideri. Nonostante alcuni eccessi, è una
pietra miliare della filmografia di Fincher e uno dei film obbligatori degli anni '90, da vedere e
godere per quello che intimamente è: una scurrile "favola" sovversiva dall'anima
oscura.
La frase: "Prima regola del Fight Club: non parlate mai del Fight Club. Seconda regola del Fight Club: non dovete parlare mai del Fight Club. Terza regola del Fight Club: se qualcuno grida "basta", si accascia, è spompato, fine del combattimento. Quarta regola: si combatte solo due per volta. Quinta regola: un combattimento alla volta, ragazzi. Sesta regola: niente camicia, niente scarpe. Settima regola: i combattimenti durano per tutto il tempo necessario. Ottava ed ultima regola: se questa è la vostra prima sera al Fight Club... dovete combattere! "
La frase: "Prima regola del Fight Club: non parlate mai del Fight Club. Seconda regola del Fight Club: non dovete parlare mai del Fight Club. Terza regola del Fight Club: se qualcuno grida "basta", si accascia, è spompato, fine del combattimento. Quarta regola: si combatte solo due per volta. Quinta regola: un combattimento alla volta, ragazzi. Sesta regola: niente camicia, niente scarpe. Settima regola: i combattimenti durano per tutto il tempo necessario. Ottava ed ultima regola: se questa è la vostra prima sera al Fight Club... dovete combattere! "
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