Il barone siciliano Ferdinando sposa l'odiosa Rosaria ma ama la sua bella cugina sedicenne Angela. Per liberarsi dell'ingombrante consorte il nostro la spinge al tradimento con un piano diabolico e poi la uccide. Appelandosi al così detto "delitto d'onore" riesce a cavarsala con una pena esigua e poi, libero da vincoli, può finalmente dedicarsi alla donna tanto desiderata. Capolavoro di Germi che fissò le regole della Commedia all'italiana e ne
riassunse magistralmente le caratteristiche: corrosiva satira di
costume, spietata critica degli aspetti più deteriori di una società
ancora in bilico tra arcaici retaggi del passato e una modernità ancora
da metabolizzare, feroce connotazione dei personaggi come campioni di
vizi nazionali (cinismo, egoismo, opportunismo, maschilismo, radicati
pregiudizi, acquiescenza alle storture sociali e un machiavellismo
spinto fino all'attitudine criminale). Il film prese di mira,
polemicamente, l'antiquata legislazione concernente il delitto "d'onore"
e fornì, inconsapevolmente, al genere commedia quella definizione
("all'italiana") che poi diventerà un termine corrente e classificativo.
Vinse l'Oscar alla sceneggiatura (a Ennio De Concini, Alfredo Giannetti e lo stesso Germi) e fu premiato anche al Festival di Cannes. Grande il cast con Marcello Mastroianni perfido mattatore e poi Leopoldo Trieste, Stefania Sandrelli, Daniela Rocca e Lando Buzzanca.
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