Sul finire della seconda guerra mondiale un partigiano romano rifugiato nel comasco, Silvio Magnozzi, viene salvato da Elena che lo nasconde in un mulino, salvandolo dai tedeschi. Finita la guerra i due si reincontrano, si sposano e vanno a vivere a Roma dove Magnozzi, che adesso fa il giornalista di sinistra, è un uomo carico di ideali che cerca di ritagliarsi il proprio ruolo nella società post bellica. Mentre sullo sfondo scorrono le vicende chiave dell'Italia di quel tempo, l'uomo dovrà scendere a dolorosi compromessi per garantire il benessere alla sua famiglia. Autentica gemma della nostra commedia targata Dino Risi, in cui Sordi
interpreta uno dei suoi personaggi più emblematici ed ambigui, un
giornalista che tradisce i propri ideali progressisti in cambio della
sicurezza economica, ponendosi al servizio di un editore conservatore.
Memorabili molte sequenze, da quella della cena a casa dei nobili mentre
si ascoltano alla radio i risultati del plebiscito popolare del 1948
che sancì la fine della monarchia e l'avvento della repubblica, a quella
in cui Sordi, ubriaco, si mette al centro di una strada e sputa contro
le automobili (simbolo del consumismo) che gli sfrecciano accanto.
L'ambizione di raccontare un pezzo di storia italiana, o meglio il suo
lato oscuro, attraverso un personaggio così complesso e problematico,
viene, in parte, sminuita dalla tentazione di un "lieto fine", che stona
rispetto al contesto. E' una delle migliori interpretazioni di Sordi, mattatore assoluto della Commedia all'Italiana.
Voto:
Nessun commento:
Posta un commento