Il ragionier Ugo Fantozzi è un maldestro pusillanime, anonimo impiegato di una grande azienda, vilipeso dai colleghi, umiliato dai superiori, sposato con una donna annichilita, Pina, padre di una figlia dall'aspetto repellente, Mariangela, e goffamente innamorato di una trucida collega, la signorina Silvani, che lo deride impietosamente. Film spartiacque nella storia della commedia all'italiana e della sua
epoca d'oro, che potrebbe addirittura essere il punto di inizio del
periodo successivo. In effetti il film costituisce un'ulteriore
evoluzione (ed involuzione) del genere, accentuando lo stravolgimento
farsesco già operato dalla Wertmuller ed introducendo elementi di
comicità surreale che rendono astratta la satira dell'ambiente
impiegatizio. Il film consacra Paolo Villaggio come nuovo comico,
anticipando la nuova ed ormai vicina ondata di "innovatori" (da Benigni a
Verdone, da Troisi a Nuti). Tra molti eccessi e molte risate, graffia e
diverte, ma la sua impostazione "a gag" nuoce al quadro d'insieme in
termini di omogeneità. Ha avuto una miriade di dimenticabili seguiti e ha creato un personaggio mitico della comicità italiana (partorito dalla mente di Villaggio), senza dimenticare la sua colorita cricca di caratteristi di culto come il Filini di Gigi Reder e la Silvani di Anna Mazzamauro.
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