domenica 15 dicembre 2013

Quei bravi ragazzi (Goodfellas, 1990) di Martin Scorsese

Capolavoro gangsteristico firmato Scorsese che segna il suo ritorno, in grande stile, alle storie di strada di quella complessa realtà italo-americana a lui ben nota. E se Taxi Driver è il suo film manifesto, questo è il suo lavoro più maturo e compiuto. "Il più grande film di mafia dopo Il Padrino" recita la frase di lancio della pellicola, affermazione assolutamente veritiera. Con tono epico e nostalgico Scorsese racconta trent'anni di omicidi, rapine, droga, amori, matrimoni, tradimenti, pranzi, feste, attraverso la storia di tre amici cresciuti nello stesso malfamato quartiere: Henry Hill (Ray Liotta), italo-irlandese ammaliato dalla vita dei "bravi ragazzi", Jimmy Conway (Robert De Niro), irlandese furbo ed elegante, e Tommy DeVito (Joe Pesci, nella performance della vita, premiato con l’Oscar), paranoico killer italo-americano che si fa strada a colpi di pistola. Il film è raccontato attraverso gli occhi di Henry e procede per balzi temporali, mostrando l'escalation dei tre nel mondo criminale fino all'inevitabile caduta. Scorsese è sicuramente il migliore nel rappresentare la quotidianità del crimine e l'assuefazione alla violenza, e qui lo fa con uno stile asciutto e verista, evidenziando la cruda "banalità" dell'orrore e, quindi, anche il suo lato debole. Straordinaria sceneggiatura, splendida fotografia evocativa che vira nel rosso, impeccabile scelta delle musiche, eccelse tutte le interpretazioni degli attori (Pesci e la Bracco su tutti), con un De Niro meno appariscente del solito. Scorsese realizza un superbo affresco di violenza, uno spaccato criminale visto dal di dentro, non attraverso gli occhi della "cupola", come avviene ne Il Padrino, bensì attraverso quelli della manovalanza, che cerca di farsi strada nel sottobosco mafioso. Ed una menzione speciale va data alla regia: tecnicamente straordinaria, incredibilmente espressiva nel suo approccio viscerale, con il totale controllo della materia trattata ed una miriade di sequenze memorabili. Su tutte mi piace citare il piano sequenza dell'ingresso di Henry e Karen nel night club, con la mdp che "pedina" gli attori e ci svela, gradualmente, quel mondo parallelo popolato da loschi figuri e sinistri personaggi. Questa scena ha influenzato notevolmente i cineasti a venire, si pensi, per esempio, a P.T. Anderson che l'ha quasi replicata in Boogie Nights. E' stato il mafia movie definitivo; vista la sua grandezza sarà difficile dire altro sull'argomento. E infatti il pur ottimo, e successivo, Casinò è stato parzialmente messo in ombra da questo imperdibile capolavoro.

La frase: "Che io mi ricordi, ho sempre voluto fare il gangster

Voto:
voto: 5/5

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