Film atipico nella filmografia del grande regista americano e,
probabilmente, uno dei suoi più personali. Allen (che ha scritto,
sceneggiato, diretto ed interpretato il film) rinuncia sia alla tipica
delicatezza del tocco che alla cerebralità compulsiva, preferendo un
tono più aggressivo, caotico e, a tratti, "rancoroso". Infatti, dopo gli
scandali sentimentali che gli costarono gli strali del perbenismo
americano, questo film è la sua risposta a tutto questo: il
protagonista, Harry Block (Allen), è, infatti, la proiezione scenica di
ciò che i moralisti d'oltre oceano pensano di lui. Block è uno scrittore
ebreo frustrato, depresso, sessualmente vorace ed inquieto, capace di
produrre entropia in tutto ciò che tocca, dalla vita sentimentale a
quella professionale e che riesce ad essere "vero", piuttosto che
"doppio", solo nei suoi libri. E', probabilmente, il più viscido dei
tanti personaggi interpretati da Allen sul grande schermo. Il risultato è
un film diseguale, squilibrato, a volte confuso ma, comunque, ricco.
Ricco di momenti surreali impagabili, ricco di trovate visive suggestive
e, soprattutto, ricco di momenti di assoluta comicità che lo rendono
tra i più divertenti Allen dell'ultimo periodo. Non mancano le solite
frecciate alla religione ed al suo dogmatismo, nè gli immancabili omaggi
ai suoi "maestri" cinefili. Cast ricco ed ispirato. Da riscoprire.
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