Sardonica galleria di "mostri" presi dalla triste quotidianità italiana: un pugile suonato spinto verso un tragico destino da un miserabile manager, un genitore che insegna al figlio come fregare il prossimo, due sbirri idioti e laidi che fanno sfoggio di incomprensibile vanità dopo la cattura di un omicida, la direttrice di un premio letterario che seduce i giovani partecipanti, un regista che fa rapire una donna anziana per utilizzarla in una scena di un film, un militare che specula sulla morte della sorella prostituta per arricchirsi, un misero borgataro romano che nega i soldi per le medicine al figlio malato per comprare il biglietto della partita della Roma, un vigile zelante che tende agguati agli automobilisti pur di fare multe, un prete vanesio fissato per l'aspetto fisico, una donna lussuriosa che riceve l'amante in casa mentre il marito è ipnotizzato dalla televisione, un padre di famiglia che inaugura la Fiat 600 appena comprata a forza di cambiali per andare a donnacce e molto altro ancora. Feroce commedia satirica a episodi, con Gassman e Tognazzi impegnati
nello schizzare ritratti al vetriolo di un vasto campionario di umanità degenere, gretta, crudele e squallidamente immorale. I venti episodi sono di
diversa lunghezza ma di pari e spietata intensità satirica. Il tema comune che li unisce tutti è il cinismo dell'italiano medio, declinato nelle più svariate forme e misure, spesso ai limiti del parossismo ma sempre con perfida esuberanza creativa. E' uno dei
capolavori di Risi (insieme a Monicelli il massimo interprete della
Commedia all'italiana), che sancisce definitivamente la sua abilità nel
coniugare toni comici e caustica critica sociale. Più che ridere, si
ghigna, amaramente, sui malcostumi italiani. Ha avuto due seguiti,
l'ultimo, fuori tempo massimo, inopinato e scadente.
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