Nel Medioevo il cavaliere Brancaleone da Norcia, chiacchierone pusillanime, si mette alla guida di una colorita cricca di sciagurati per andare alla conquista del feudo di Aurocastro nelle Puglie. Durante il loro viaggio le simpatiche canaglie ne passeranno di tutti i colori e faranno svariati incontri: un monaco fanatico, una fanciulla rapita dai briganti, un fabbro che è stanco di vivere e il viscido principe diseredato Teofilatto, che si unirà a loro. Una volta giunti a destinazione i nostri dovranno anche affrontare i pirati saraceni. E' una delle vette indiscusse del genere Commedia all'Italiana, strepitoso successo di pubblico e
critica, originalissima rapsodia anarchica di ambientazione medioevale
ma di modernissima concezione e sagace capacità di rilettura critica
della storia, rimasta nella memoria degli spettatori per il ritmo
avventuroso, la comicità da teatro dei pupi, il divertentissimo mix di
linguaggio aulico-latino e storpiature maccheronico-popolaresche, lo
straordinario disegno dei personaggi (interpretati da attori del calibro
di Vittorio Gassman, Gian Maria Volontè, Enrico Maria Salerno) e la baldanzosa ed orecchiabile marcetta
musicale di Rustichelli. Il linguaggio usato nel film (ideato da Age
& Scarpelli) divenne un fenomeno popolare, amplificandone a dismisura le
meritate fortune. Ebbe anche un seguito, dignitoso, ma di minore ispirazione e
successo. Tale e tanto fu il successo del film che l'espressione "armata
Brancaleone" è entrata a far parte del linguaggio comune per indicare
un'improbabile accozzaglia di inetti che si cimentano, maldestramente,
in imprese al di là delle loro possibilità.
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