Un potente produttore di Hollywood, Griffin Mill, è convinto che un giovane sceneggiatore con cui tempo prima ha avuto un alterco sia il responsabile delle minacce di morte anonime che da tempo riceve. Dopo averlo incontrato a Pasadena lo affronta, litiga con lui e ne provoca la morte accidentale. Spaventato per l'accaduto, decide di tacere ma prosegue le indagini sul conto della vittima. Quando conosce la sua donna, se ne invaghisce, ne diventa l'amante e vivrà con lei una focosa relazione. Straordinario ritorno in grande stile di Altman, dopo una serie di film
"minori" e diversi anni di sperimentazioni, con questa splendida
commedia nera che strizza l'occhio al thriller ma che è, in realtà, una
serena e graffiante "satira" su Hollywood, sull'industria del cinema,
punta dell'iceberg del sogno americano. Tutti coloro che ne fanno parte e
che ne sono fautori, ovvero i fabbricanti di sogni per eccellenza, sono
impietosamente descritti come individui abietti, furbi arrampicatori
sociali depressi e viziati, dediti ai piaceri materiali e pronti a tutto
pur di mantenere il proprio status di potere. Con la consueta
"perfidia" il grande regista si diverte nel tratteggiare un affresco
corale e tagliente, descrivendo questo fasullo mondo d'ipocrisia, con
una messa in scena talentuosa (memorabile il lungo piano sequenza
iniziale che ha notevolmente influenzato, giusto per fare un nome, P.T.
Anderson) e dispensando caustici graffi anche allo "yuppismo" degli anni
'80. Cast sontuoso ed egregiamente diretto, in cui svettano Tim Robbins
nei panni del subdolo produttore Griffin Mill e la "nostra" Greta
Scacchi in quelli dell'algida dark lady, ma anche con tantissimi nomi
famosi (Bruce Willis, Julia Roberts, Malcom McDowell, Burt Reynolds,
Christopher Walken, Jeff Goldblum, ...) che fanno un cameo nella parte
di se stessi. Raffinata e preziosa la tecnica, non nuova in Altman, con
cui il grande regista si diverte a mescolare e sovrapporre, quasi "brechtianamente",
i piani narrativi ed i livelli finzione-realtà: ad esempio nel già
citato piano sequenza iniziale i personaggi discutono proprio di questa
tecnica cinematografica citando Welles e le più memorabili istanze del
piano sequenza. Oppure nel suggestivo finale in cui Griffin Mill riceve
il soggetto di un film in cui titolo e trama sono esattamente quelli del
film che abbiamo finito di vedere. E' uno dei migliori film degli anni
'90.
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