domenica 15 dicembre 2013

I protagonisti (The player, 1992) di Robert Altman

Un potente produttore di Hollywood, Griffin Mill, è convinto che un giovane sceneggiatore con cui tempo prima ha avuto un alterco sia il responsabile delle minacce di morte anonime che da tempo riceve. Dopo averlo incontrato a Pasadena lo affronta, litiga con lui e ne provoca la morte accidentale. Spaventato per l'accaduto, decide di tacere ma prosegue le indagini sul conto della vittima. Quando conosce la sua donna, se ne invaghisce, ne diventa l'amante e vivrà con lei una focosa relazione. Straordinario ritorno in grande stile di Altman, dopo una serie di film "minori" e diversi anni di sperimentazioni, con questa splendida commedia nera che strizza l'occhio al thriller ma che è, in realtà, una serena e graffiante "satira" su Hollywood, sull'industria del cinema, punta dell'iceberg del sogno americano. Tutti coloro che ne fanno parte e che ne sono fautori, ovvero i fabbricanti di sogni per eccellenza, sono impietosamente descritti come individui abietti, furbi arrampicatori sociali depressi e viziati, dediti ai piaceri materiali e pronti a tutto pur di mantenere il proprio status di potere. Con la consueta "perfidia" il grande regista si diverte nel tratteggiare un affresco corale e tagliente, descrivendo questo fasullo mondo d'ipocrisia, con una messa in scena talentuosa (memorabile il lungo piano sequenza iniziale che ha notevolmente influenzato, giusto per fare un nome, P.T. Anderson) e dispensando caustici graffi anche allo "yuppismo" degli anni '80. Cast sontuoso ed egregiamente diretto, in cui svettano Tim Robbins nei panni del subdolo produttore Griffin Mill e la "nostra" Greta Scacchi in quelli dell'algida dark lady, ma anche con tantissimi nomi famosi (Bruce Willis, Julia Roberts, Malcom McDowell, Burt Reynolds, Christopher Walken, Jeff Goldblum, ...) che fanno un cameo nella parte di se stessi. Raffinata e preziosa la tecnica, non nuova in Altman, con cui il grande regista si diverte a mescolare e sovrapporre, quasi "brechtianamente", i piani narrativi ed i livelli finzione-realtà: ad esempio nel già citato piano sequenza iniziale i personaggi discutono proprio di questa tecnica cinematografica citando Welles e le più memorabili istanze del piano sequenza. Oppure nel suggestivo finale in cui Griffin Mill riceve il soggetto di un film in cui titolo e trama sono esattamente quelli del film che abbiamo finito di vedere. E' uno dei migliori film degli anni '90.

Voto:
voto: 4,5/5

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