domenica 15 dicembre 2013

Quel che resta del giorno (The remains of the day, 1993) di James Ivory

Mr. Stevens è stato per trent'anni impeccabile maggiordomo di Darlington Hall al servizio di un gentleman ricco e potente che durante la guerra era dalla parte dei nazisti.  Quando la residenza viene acquistata da un giovane rampollo americano, Stevens riflette amaramente sulla sua vita e sugli errori di valutazione commessi nei confronti del vecchio padrone. Deluso e costernato, il maturo maggiordomo si mette alla ricerca di Sara Kenton, una governante che si era formata sotto la sua guida e che aveva lasciato Darlington Hall vent'anni prima per sposarsi. Stevens, che ha sempre provato per lei una sorta di venerazione mai confessata, spera così di riscattare una vita negata ai sentimenti in nome di un tirannico senso del dovere. Sontuoso film di Ivory, il più british dei registi americani, che celebra, con la consueta eleganza formale, ma con inedita amarezza, un periodo ed un'idea di mondo "chiuso", regolato da rigide regole di classe ed ubbidiente ad antichi principi di onore. Con l'abituale messa in scena preziosa Ivory tratteggia un dramma autunnale, nei toni, nei colori e nelle atmosfere, in cui il contrasto tra sentimenti privati e convenzioni sociali è una battaglia silenziosa, ma non meno drammatica, sommessamente vinta dalle ultime. Non mancano velate critiche all'ottuso conformismo di quei tempi ed evidenti graffi politici, anche questi nuovi per il regista: il "bifolco" americano, in mezzo a tanti tronfi "papaveri" europei, è l'unico ad avere le idee chiare su quello a cui porteranno i venti nazisti che già sferzavano l'Europa negli anni '30. Ma il film è essenzialmente un (melo)dramma sull'amore non vissuto, quello tra l'integerrimo maggiordomo Mr. Stevens (Hopkins) e la giovane governante Miss Kenton (Thompson), un amore (e una vita) sacrificati sull'altare, servile ma austero, del dovere.

Voto:
voto: 4/5

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