Una banda di sedicenti ladruncoli (il pugile Peppe, il neo papà Tiberio, il fannullone Mario, il siculo Ferribotte e l'ingordo Capannelle) progetta il colpo della vita sotto la guida di un vecchio "maestro" del crimine: entrare nel banco dei pegni abbattendo la parete divisioria di un appartamento attiguo e scassinare la cassaforte. Per pianificare ogni dettaglio i nostri si affidano alle cose che hanno visto nei film americani e alle lezioni del "maestro". Finirà tutto con una grande abbuffata di pasta e ceci. Per molti è l'iniziatore del genere "Commedia all'italiana": capolavoro
di Monicelli che mette in campo la più famosa squadra di ladri del
cinema italiano. Film nato senza particolari ambizioni (doveva essere
solo una parodia del celebre Rififì di Dassin, come si usava
all'epoca nei confronti di film di successo), ma dotato di una
sceneggiatura rifinitissima e di un cast stratosferico (il famoso Totò
accanto a un inedito Gassman brillante, e ad attori allora emergenti
come Mastroianni, Salvatori e le giovanissime Claudia Cardinale e Carla
Gravina). E' una commedia divertentissima che si avvale della magistrale
orchestrazione di Monicelli (autentico maestro nel campo) e delle
caratterizzazioni dei personaggi, con la geniale invenzione di nuovo
attore comico (in grado di reggere il confronto con l'unicum Sordi),
Vittorio Gassman. Gassman aveva un lungo percorso di interprete alle
spalle, prestigioso in campo teatrale (Shakespeare, Alfieri, la tragedia
greca) e controverso in campo cinematografico (avendo girato
numerosissimi film, avventurosi o drammatici, spesso in ruoli da villain come in Riso amaro (1949), di De Santis, e poi anche negli
USA, ma senza mai sfondare). Era stimato, ma considerato "antipatico"
(come il Sordi degli inizi), fin quando, all'improvviso, il personaggio
de I soliti ignoti lo lanciò verso una nuova e felicissima
carriera nella commedia, aprendo la strada ad altri attori che furono
"scoperti" in quegli anni, da Tognazzi (recuperato dal varietà e dai
film comici in coppia con Raimondo Vianello) a Manfredi, anch'egli
pescato da parti di fianco in commediole farsesche. E' stato il primo film comico italiano in cui compare esplicitamente la morte e uno dei pochi ad affrontare il tema dell'amicizia virile con tale miracoloso equilibrio tra umorismo e dramma, velato da una sottile vena di malinconia. Ebbe uno straordinario successo di pubblico ed è famoso in tutto il mondo. Ha avuto due seguiti e due remake hollywoodiani.
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