domenica 15 dicembre 2013

I vitelloni (1953) di Federico Fellini

Opera atipica e spiazzante per l'epoca, superò le iniziali perplessità, imponendosi come il frutto di un autore importante ed originale e un nuovo modello di cinema intimistico ed autobiografico, capace per virtù stilistiche, sincerità di ispirazione ed universalità dei contenuti, di affermarsi e farsi capire dal pubblico di tutto il mondo, nonostante la forte connotazione italiana della vicenda (questa caratteristica, comune alle opere successive, farà di Fellini l'autore nazionale più apprezzato all'estero). La storia dei cinque amici, giovani fannulloni di provincia, la cui vita trascorre tra scherzi goliardici e inutili speranze, ha influenzato numerosissime pellicole in diversi paesi, come Calle Mayor in Spagna (1955, di J.A. Bardem), Giovani mariti in Italia (1958, di Bolognini), e, in America, Mean Streets (1972, di Scorsese) American Graffiti (1973, di George Lucas) e All American Boys (1979, di Yates), solo per citare le più importanti. E' la pellicola nella quale emergono numerosi temi ricorrenti (di ispirazione prevalentemente autobiografica) nella filmografia di Fellini, come la poetica della memoria, l'influenza del contesto familiare e dell'educazione cattolica, la monotonia e la ristrettezza culturale della vita di provincia, la smania di evasione e le aspirazioni frustrate. E' anche il film in cui Sordi (fino ad allora inviso al grande pubblico) comincia a mettere a punto il proprio personaggio cialtronesco, cinico e meschino, già inaugurato ne Lo sceicco bianco, ponendosi in controtendenza rispetto agli stereotipi del protagonista bello, leale, aitante, allora in voga. Vista la grandezza dell'Autore la mera definizione di commedia può apparire riduttiva, ma questo capolavoro, per il cinismo e la cialtroneria dei personaggi, può essere considerato un nobile precursore della Commedia all'italiana.

Voto:
voto: 4,5/5

Nessun commento:

Posta un commento