domenica 15 dicembre 2013

Ogni cosa è illuminata (Everything Is Illuminated, 2005) di Liev Schreiber

Brillante esordio registico di Liev Schreiber che mette in scena un romanzo autobiografico di Jonathan Safran Foer che racconta di un viaggio, geografico e spirituale, da questi compiuto per ricostruire la memoria storica di un villaggio ebreo in Ucraina, spazzato via dalla furia nazista, in cui il nonno sopravvisse prima di emigrare in America. Schreiber riesce a fare un film sfavillante, garbato ed anche incredibilmente colto per la sua continua oscillazione tra stili e registri narrativi diversi: tragedia storica, ironia intelligente, con dei notevoli tocchi di surrealismo. Il cuore intimo dell'opera risiede nel valore solenne della memoria che ci "parla" attraverso oggetti, luoghi e ricordi di coloro che non sono più, per insegnarci a vivere meglio il presente. E' esattamente a questo che allude l'illuminazione (ovviamente di natura esistenziale) citata dal titolo. Bravi gli attori, tra cui Elijah Wood trapiantato dalla Contea tolkieniana ai luminosi campi dell'Ucraina, a recitare con l'espressività del volto più che con le parole. Il film di Schreiber è una piccola, originale perla ingiustamente passata in sordina.

Voto:
voto: 3,5/5

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