domenica 15 dicembre 2013

Repulsion (Repulsion, 1965) di Roman Polanski

Psico-thriller dalle venature horror, espressionista nello stile e claustrofobico nelle atmosfere, incentrato sulle nevrosi ed i grovigli labirintici di una mente disturbata: quella della giovane e bella protagonista Carol (Deneuve), sociopatica, psicotica ed affetta da "repulsione" sessuale nei confronti dell'altro sesso. Il film inaugura la fortunata trilogia horror polanskiana sugli appartamenti lugubri ed inquietanti (Repulsion, Rosemary's Baby, L'inquilino del terzo piano) e sull'orrore che si nasconde in (o fuori di) essi. Interamente costruito su ritmi lenti, attese, silenzi, immagini disturbanti e continui slittamenti percettivi tra reale e irreale, dentro e fuori (dall'appartamento ma anche dalla mente di Carol), Repulsion è una pellicola sottilmente inquietante e solo in minima parte debitrice dello Psycho hitchcockiano che, evidentemente, influenzò tutto il thriller/horror degli anni '60. Infatti Polanski sceglie una prospettiva ribaltata rispetto al film di Hitchcock, ovvero in soggettiva, mostrandoci la realtà "disturbata", anche con inserti di fantasia superiore, attraverso gli occhi della protagonista. Anche la scelta di rinunciare del tutto ad ogni spiegazione, facendoci solo vagamente intuire un qualche trauma infantile ed una velata tendenza omosessuale nella protagonista, ci regala un'opera più ambigua, meno mainstream e ben più "arty" del masterpiece hitchcockiano. E' un film che mi piace molto, è il meno famoso della trilogia predetta ma non ha nulla da invidiare ai suoi "seguiti". Consigliato agli amanti degli horror psicologici d'autore. Straordinaria la Deneuve in uno dei ruoli più intensi e drammatici della sua carriera.

Voto:
voto: 4/5

Nessun commento:

Posta un commento