domenica 15 dicembre 2013

Zona di guerra (The war zone, 1998) di Tim Roth

L'adolescente Tom si è appena trasferito con la famiglia da Londra nelle remote campagne del Devon. Tom non riesce a capire gli strani atteggiamenti della sorella Jessie, quasi sempre turbata e silenziosa, fino a che un giorno scoprirà per caso una orribile verità. Oscuro dramma familiare diretto senza enfasi, ma asetticamente e con sorprendente maturità espressiva, da Tim Roth che porta in scena temi scabrosi e disturbanti quali incesto e pedofilia. E' un film tetro, crudele, a tratti insostenibile, sebbene la maggior parte delle scene scioccanti siano fortunatmente "fuori fuoco". L'estrema durezza del contenuto, che provoca inevitabili vertigini morali anche nel pubblico più scafato, è sublimata, almeno in parte, dalla mancanza di morbosità (giusta la scelta di mostrare il film attraverso gli occhi dell'adolescente Tom, uno dei figli della sfortunata famiglia) e dall'evidente sguardo pietoso del regista nei riguardi delle vittime (similmente a quanto avviene nel Salò di Pasolini). La "war zone" del titolo non è un luogo geografico, non è il bunker degli orrori in cui Tom scopre la tragica verità, ma, piuttosto, un inferno interiore, una discesa negli abissi più tenebrosi dell'animo umano. Il film è un autentico pugno allo stomaco, chiaramente sconsigliato ai più sensibili. Da segnalare nel cast una dolente e dimessa Tilda Swinton ed un luciferino Ray Winstone nello scomodo ruolo del padre orco.

Voto:
voto: 3,5/5

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