lunedì 19 giugno 2017

A proposito di Henry (Regarding Henry, 1991) di Mike Nichols

Henry Turner è un cinico avvocato di grande successo e di dubbia moralità, disposto a tutto pur di ottenere il proprio scopo professionale. Casualmente coinvolto in una rapina viene ferito gravemente da una pallottola vagante e finisce in coma per diversi giorni. Al suo risveglio ha perso totalmente sia la memoria che parte delle facoltà fisiche e dovrà iniziare un lungo e faticoso periodo di riabilitazione assistito da un tenace terapista. A mano a mano che Henry recupera le sue abilità e scopre l'uomo che era, decide di essere una persona diversa, a cominciare dal rapporto con la moglie che ha sempre tradito e trascurato. Nella sua nuova vita il nostro cerca di riparare a tutte le sue malefatte lasciando di stucco tutti quelli che lo conoscevano. Ingenua favola sentimentale di stampo moralistico edificante che strizza l'occhio al cinema di Frank Capra e che verte sull'abusato tema della seconda occasione, verso cui gli americani sono sempre particolarmente sensibili. Malgrado la banalità ruffiana del suo ipocrita romanticismo appositamente confezionato per la facile commozione, il film ha almeno un merito a favore: la capacità di sapersi sintonizzare naturalmente con lo spirito del suo tempo, con un'America sfiduciata, stanca del rampantismo degli anni '80 e alla ricerca di nuovi modelli comportamentali a cui far riferimento. Nel cast la brava Annette Bening surclassa un Harrison Ford perennemente accigliato.

Voto:
voto: 2,5/5

Nessun commento:

Posta un commento