Nel
1799 Ichabod Crane, investigatore newyorchese famoso per i suoi metodi di
indagine razionale, viene inviato nel paesino di Sleepy Hollow, nella valle del
fiume Hudson, dove un fantomatico cavaliere senza testa va in giro di notte
decapitando i malcapitati che incontra sulla sua strada. Inizialmente scettico,
Crane dovrà rivedere le sue idee sul paranormale quando si troverà al cospetto
dell’essere demoniaco che terrorizza la brughiera. Al suo fianco ci saranno un
giovanotto coraggioso orfano di padre e la bella Katrina, figlia dell’uomo più
ricco del paese. Dal racconto “La
leggenda di Sleepy Hollow” di Washington Irving, Tim Burton ha tratto una
tetra ghost story gotico romantica,
con un impianto scenografico straordinario ed una confezione estetica
stupefacente, che pesca a piene mani dall’immaginario favolistico ottocentesco.
Tra elementi orridi, inserti grotteschi e tagliente ironia nera, l’autore dà
fondo a tutta la sua visionarietà, sospesa tra il macabro e il surreale, per
creare un oscuro mondo da incubo fatto di creature infernali e antiche
maledizioni che si ispira all’iconografia dei vecchi horror della Hammer, alle
stampe d’epoca, all’universo di Sherlock Holmes, al gotico italiano di Mario
Bava, senza dimenticare due Maestri di cinema come Kubrick e Coppola. Opera di
grande atmosfera e di potente suggestione simbolica, si avvale di un cast in
buona forma (Johnny Depp, Christina Ricci, Christopher Walken, Miranda
Richardson, Michael Gambon, Marc Pickering), delle avvolgenti musiche del
fidato Danny Elfman e della splendida fotografia tenebrosa di Emmanuel Lubezki.
Coprodotto da Francis Ford Coppola, vinse un meritato Oscar per la migliore
scenografia assegnato a Rick Heinrichs e Peter Young. E’ uno dei film più
famosi e amati dell’autore, capace di rinverdire con nuova linfa i vecchi
horror britannici degli anni ’50 grazie ad uno stile fortemente creativo a metà
strada tra la venerazione e il gioco. Memorabile la sequenza del cavaliere
decollato che emerge dalle viscere della terra attraverso il vecchio tronco d’albero:
pura iconografia horror e puro tocco burtoniano.
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