martedì 20 giugno 2017

Misery non deve morire (Misery, 1990) di Rob Reiner

Paul Sheldon, scrittore di grande successo, rimane coinvolto in un grave incidente stradale mentre percorre da solo una strada solitaria e innevata della Sierra Nevada. Il nostro riporta diverse fratture alle gambe ma viene soccorso da una robusta infermiera, Annie Wilkes, che lo accoglie in casa sua, lo ospita e lo cura con lodevole dedizione. Quella che sembrerebbe una clamorosa fortuna si rivela l’inizio di un terribile incubo: la donna riconosce subito Sheldon, il suo scrittore prediletto, e si dichiara innamorata dei suoi romanzi e, in particolare, del personaggio di Misery Chastain, eroina protagonista di sette dei suoi libri. Quando la Wilkes scopre che Sheldon intende far morire Misery nel libro che ha appena finito di scrivere, rivela la sua vera natura di folle psicopatica e inizia a torturare l’uomo nei modi più brutali per costringerlo a scrivere un nuovo libro in cui far tornare in vita il personaggio. Dal romanzo omonimo di Stephen King del 1987, Rob Reiner ha tratto un eccellente thriller angosciante, che tiene lo spettatore col fiato sospeso fino alla fine, con un’atmosfera ambigua di continua minaccia incombente e due interpreti straordinari: bravo James Caan, memorabile Kathy Bates (premiata con l’Oscar alla miglior attrice protagonista), capace di dar vita a uno dei migliori cattivi della storia del cinema, presente in tutte le classifiche relative stilate dagli appassionati e dagli esperti. Al di là dell’aspetto orrorifico e della notevole costruzione della suspense, il film pone anche riflessioni non banali che vanno ben al di là del semplice prodotto di genere: è un apologo oscuro sul rapporto psicologico a volte distorto che si crea tra lettore e scrittore (ma, più in generale, tra artista e fan), con possibili conseguenze anche gravi come immedesimazione, idolatria, distacco dalla realtà, morbosità, violenza. E va anche menzionato il modo con cui l’autore riesce a rendere in immagini l’energia impalpabile ed il tormento interiore che sottintende il processo creativo di scrittura, rendendo l’immateriale Misery la protagonista aggiunta della vicenda. La pellicola ebbe ottimi riscontri di pubblico e critica e, a quanto pare, anche lo stesso King si dichiarò soddisfatto del risultato.

Voto:
voto: 4/5

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