martedì 27 giugno 2017

Lola corre (Lola rennt, 1998) di Tom Tykwer

A Berlino il balordo Manni lavora per un losco commerciante d’auto che trasporta grosse somme di denaro di equivoca provenienza. Per sfuggire ai controllori della metro il maldestro ragazzo dimentica sul treno una borsa con centomila marchi che doveva consegnare al suo capo. Disperato e convinto di venire ucciso se non recupererà i soldi entro venti minuti, Manni chiede aiuto alla sua ragazza, la rossa punk Lola, che inizia a correre come una furia per le strade berlinesi nel tentativo di recuperare i soldi. Ogni volta che la storia arriva a una conclusione il “nastro” si riavvolge e Lola ricomincia a correre, optando per una nuova scelta che porterà ad un esito diverso. Bizzarro e frenetico film sperimentale del tedesco Tom Tykwer, girato come un videoclip dal ritmo indiavolato assemblando in modo caotico elementi stilistici diversi. Si passa dall’animazione al bianco e nero, dallo split screen al rallenty, dal fast forward all’utilizzo saturato dei colori, dalla Steadicam al videogioco. Tra Kieslowski e Tarantino, senza dimenticare Sliding Doors, la pellicola mette insieme un po’ alla rinfusa suggestioni di vistosa esuberanza formale, musiche esagitate, azione dopata, dialoghi banali ed elementi kitsch, per cercare di condire una storia assai esile e poco originale, riducendo il tutto ad uno sterile e pretenzioso esercizio di stile. Salutato come una fresca e ipercinetica “novità” da un certo pubblico giovanile, fu generalmente stroncato dalla critica internazionale anche se in Germania e in America riscosse un buon successo commerciale. Nel cast spicca la vigorosa Franka Potente, alle cui indubbie doti atletiche la scarsa qualità del film non rende affatto giustizia. Forse sarebbe il caso, per Lola, di ricominciare a correre. O magari di prendere l'autobus.

Voto:
voto: 2,5/5

Nessun commento:

Posta un commento