mercoledì 28 giugno 2017

Il socio (The Firm, 1993) di Sydney Pollack

Mitch McDeere, un brillante laureato con lode di Harvard, entra a far parte di uno studio legale di Memphis che gli offre uno stipendio irrinunciabile in cambio della totale dedizione lavorativa. La vita del giovane cambia rapidamente nel tenore economico: villa di prestigio, macchina potente, bei vestiti e sicurezza finanziaria. Ma non tutto ciò che luccica è oro e McDeere scopre ben presto che lo studio per cui lavora è solo una copertura di facciata per riciclare denaro sporco per conto della mafia di Chicago. Tra gli agenti FBI che indagano su di lui e l’atteggiamento minaccioso del suo capo, il nostro si trova tra due fuochi e in evidente pericolo di vita. Thriller teso, lungo e macchinoso nell’intreccio, diretto da Sydney Pollack con una certa predisposizione all’azione e tratto dal romanzo omonimo di John Grisham (di cui questo film rappresenta il primo adattamento hollywoodiano). Ad una buona prima parte preparatoria ne segue una seconda piatta e banale, estremamente gonfiata nell’accumulo di situazioni drammatiche e con un finale assurdo e totalmente inverosimile (che tra l’altro rinnega quello del romanzo ispiratore). Anche il cast si rivela eterogeneo nella resa: Tom Cruise (ormai emblema dell’insopportabile saputello rampante) è anonimo come protagonista ed ha solo due espressioni per tutto il film (una stravolta e una da ebete), Jeanne Tripplehorn è carina ma scialba, puramente ornamentale. Per fortuna che ci sono due fuoriclasse della recitazione come Holly Hunter e Gene Hackman a tenere alto il nome del cast, completato da David Strathairn, Ed Harris e Hal Holbrook. La Hunter fu candidata all’Oscar come miglior attrice non protagonista insieme alla colonna sonora di Dave Grusin. Tra le opere di Pollack è una delle più pompose e meno riuscite.

Voto:
voto: 2,5/5

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