Il giovane Axel Blackmar, orfano malinconico e un po' stralunato di New York, viene chiamato dal suo esuberante zio Leo che lo invita in Arizona per fargli da testimone di nozze e gli propone anche di diventare suo socio in affari nella gestione di una concessionaria di Cadillac. Axel è scettico ma quando incontra Elaine, strampalata vedova mentalmente disturbata che potrebbe essere sua madre, se ne innamora e in breve diventano amanti. I due condividono il sogno di volare su un aereo senza motore e Alex cerca di aiutarla a realizzare l'impresa costruendo una strana macchina volante. Intanto Grace, figlia di Elaine e invaghita di Alex, riesce a sedurlo e scoppia il dramma familiare. Genio e sregolatezza, follia e creatività, croce e delizia, signore e signori: Emir Kusturica! E non fa eccezione questo stravagante e ondivago film "americano" (girato con soldi francesi) del regista serbo che ci offre la sua visione dell'America attraverso una rapsodia di invenzioni fantastiche, parabole surreali, simbolismi grotteschi, stravolgimenti onirici, tutto all'insegna di un gioioso gioco surreale fine a sè stesso, per il puro piacere di inventare, creare, fantasticare alla spericolata ricerca di una prospettiva diversa o di un punto di vista originale. La cosa sorprendente dell'autore è che i suoi detrattori gli imputano come difetti quelli che i suoi ammiratori gli riconoscono come pregi. Radicandosi nella profonda America, ovvero il luogo più alieno per uno slavo come lui, l'autore ci racconta, tra dramma e commedia, una favola leggera e leggiadra, improbabile e spesso confusa, che svolazza tra tematiche diverse (e profondamente serie) come la paura di crescere, la fuga nei sogni per sfuggire ai dolori della vita, l'ineluttabilità della morte come unico percorso possibile di "maturazione". Nel cast, diretto in modo eccellente dal regista, citiamo Johnny Depp, Jerry Lewis, Faye Dunaway, Lili Taylor, Vincent Gallo e la modella Pavlína Pořízková, tutti capaci di dare il meglio di sè ma in un modo differente rispetto al loro standard di recitazione. La pellicola divise profondamente la critica e fu un flop assoluto nel nostro paese, ma fu premiato con l'Orso d'Argento (gran premio della giuria) al Festival del Cinema di Berlino. E' molto difficile giudicare con i criteri tradizionali un film del genere, di tipo prendere o lasciare,
così sfuggente, sregolato, impervio e generoso di temi, di suggestioni,
di momenti incomprensibili, di scene tragiche e di tenera poesia. Ma una cosa però è sicura: se siete alla ricerca di un qualcosa di realmente diverso, questo è proprio il film che fa per voi. Signore e signori: Emir Kusturica!
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