David
e Diana sono una coppia felicemente innamorata con problemi economici, che
tentano la fortuna a Las Vegas per riuscire a realizzare un progetto lavorativo
di lui. Disperati dopo aver perso tutti i loro risparmi già esigui, i due
incontrano John Gage, elegante milionario
altezzoso e sicuro di sè, che si mostra subito affascinato dalla bellissima Diana.
Gage lancia la sua incredibile proposta all’incredula coppia: egli pagherà un
milione di dollari in cambio di una notte d’amore con la ragazza. Dopo
l’istintivo rifiuto i due iniziano a pensarci perchè la tentazione è forte e
tutti quei soldi potrebbero cambiare la loro vita, ma non si rendono conto che
la loro decisione potrà avere estreme conseguenze sul loro rapporto, minandolo
dall’interno. Da un romanzo di Jack Engelhard, Lyne ha tratto un filmetto
ruffiano, patinato, banale, pruriginoso e inverosimile che offende
l’intelligenza degli spettatori. Totalmente sconclusionato nella premessa,
nell’evoluzione e ancora di più nell’epilogo zuccheroso, è un miscuglio
implausibile di erotismo malizioso, sentimentalismo edificante e ipocrisia
sociale. Ad un certo livello è una riproposizione semplicistica della storia di
Adamo (David), Eva (Diana) e il diavolo (Gage) che ci mette lo zampino per
rovinare tutto, solo che al posto dell’Eden c’è la moderna America capitalista
dove tutto ha un prezzo e il peccato originale sarà rapidamente perdonato
secondo il più sdolcinato dei modelli hollywoodiani. I dialoghi sono risibili
(in certi momenti si ride davvero ma la scena dovrebbe essere drammatica!) e
anche gli attori sembrano posticci: Robert Redford conserva un po’ di fascino
ma è decisamente troppo vecchio per fare ancora il piacione e lo si vede impietosamente
dal viso, nonostante i vari strati di cerone coprente. Woody Harrelson è, ahi-lui, assai bruttino per giustificare il finale consolante; è vero che
l’amore è cieco ma non fino a questo punto (cerone o non cerone!). Demi Moore è
bella da far male, una bomba erotica agghindata come una dolce bambolina per
aumentare al massimo l’effetto di maliziosa pruderie
che al regista piace tanto. Si sarà notato (e spero gradito) il tono semiserio
della recensione rispetto ai miei standard ma è sinceramente difficile prendere
sul serio un film come questo. Vinse tre Razzie Award, ma ne avrebbe meritati
di più.
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