In
un luogo e in un tempo imprecisato, in Francia, gli strani abitanti di un
decadente palazzo, perennemente affamati, si procurano la carne attirando
ignari turisti o giovani sbandati che vengono uccisi e smembrati dal truce macellaio
Clapet, che poi distribuisce la carne umana in cambio di legumi e mais. La
prossima vittima designata è il giovane ingenuo Louison che però viene aiutato
da Julie, figlia del macellaio innamorata di lui. Grazie all’intervento di un
gruppo di uomini vegetariani che vivono nel sottosuolo e che bramano la grande
provvista di legumi di Clapet, Louison riesce a scamparla. Tragicomica commedia
nera di Jeunet, visionaria, bizzarra, ferocemente grottesca, sospesa tra horror
e fantascienza ma con evidenti intenti farseschi sulle difficoltà di convivenza
civile. La crudezza e il disgusto di alcune scene viene riscattato da una
surreale dimensione favolistica che strizza l’occhio al fumetto, al cinema di Jacques
Tatì e anche a quello di Terry Gilliam, con personaggi e situazioni sarcastiche
sempre sopra le righe e con atmosfere visive in bilico tra l’orrido e il
poetico. Il film è un divertissement
d’autore ora nostalgico, ora divertente, ora apocalittico, un crudele ed
impeccabile saggio di black humour
che provoca e intrattiene con intelligenza cavalcando l’onda di un realismo
magico che sfiora il manierismo autoreferenziale. La storia d’amore del finale
ne stempera i toni e allegerisce le suggestioni, riducendone in parte
l’intellettualismo macabro dallo scopo derisorio. Bravi e giusti gli attori,
tra cui Jean-Claude Dreyfus, Dominique Pinon, Marie-Laure Dougnac e Karin Viard.
Grande successo di pubblico e critica in Francia, divenne rapidamente un cult della cinematografia underground. Memorabile la sequenza
(simbolo del film) del chiassoso amplesso sessuale tra il macellaio e
un’inquilina con l’intero condominio che diventa una sorta di “orchestra” di
suoni, gemiti e rumori amplificati dal sistema di vecchie tubature.
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