In
una piccola città di provincia del Nebraska arriva il giovane Brandon Teena,
carino e sensibile, che fa subito strage di cuori femminili. Accolto in casa
dalla bionda Lana, che abita con la madre e due balordi che entrano ed escono
dal carcere, Brandon vivrà con lei un’intensa
storia d’amore. Mentre i dubbi aumentano sull’identità del misterioso ragazzo
che sembra piovuto dal cielo, la verità verrà fuori, improvvisa e sconvolgente,
dopo il coinvolgimento di Brandon in un furto d’auto. Il giovane è in realtà
una ragazza, di nome Teena Brandon, che si sente maschio e che è attratto
sessualmente dalle femmine. Dopo l’iniziale sconforto, l’innamorata Lana sembra
accettare ugualmente la situazione e decide di fuggire con Brandon ma la bieca
ignoranza di un ambiente retrogrado e intollerante non ci metterà molto a
tramutarsi in cieca violenza. Tratto da una storia vera, questo melodramma a
due facce ci parla di temi scottanti e attualissimi: la sofferta ricerca della
propria identità sessuale da parte di persone che si sentono “diverse” e la
difficoltà di vivere liberamente la propria sessualità in un contesto sociale
generalmente intransigente, se non addirittura omofobo. Il problema della
discriminazione sessuale appartiene alla sfera dei diritti civili e, nonostante
l’insieme di leggi e di passi concreti che sono stati fatti dai governi
occidentali, siamo ancora ben lontani da una sua concreta risoluzione nella
mentalità quotidiana della gente comune. La triste vicenda di Brandon/Teena,
raccontata nel film con efficace senso tragico, vuol essere una denuncia della
problematica di cui sopra, un atto d’accusa verso i comportamenti omofobi ed
uno scossone emotivo all’indifferenza generale. Come già detto la pellicola ha
due volti: la storia d’amore tra Brandon e Lana è raccontata con toni teneri e
delicati, un sentimento sincero sbocciato come un bel fiore in un terreno aspro
e inseminato. Invece l’efficace descrizione del degrado morale di un ambiente
gretto e provinciale ha i modi aspri e duri di una veemente denunzia civile che
cerca nel brutale realismo la forza del suo impatto culturale. Straordinarie
interpretazioni delle due interpreti principali (che sono il cuore e l’anima
del film): l’androgina Hilary Swank (premiata con l’Oscar come miglior attrice
protagonista) e l’intensa Chloë Sevigny (che fu candidata come miglior attrice
non protagonista ma non vinse la statuetta). Tenendo a freno la retorica, il
moralismo e il sentimentalismo, la regista riesce a raccontare una storia di
disperato coraggio e di squallido orrore con toccante sensibilità e accorata
indignazione. Bella la colonna sonora che raccoglie brani diversi in cui spicca
la dolce ballata folk “The Bluest Eyes in
Texas” di Nina Person e Nathan Larson.
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