A
Sheffield, famoso centro siderurgico britannico, un caporeparto, Gaz, e cinque
operai vengono licenziati dall’acciaieria in cui lavorano a causa della crisi.
La ricerca affannosa di una nuova occupazione non porta a nessun risultato e Gaz
rischia di perdere anche l’affidamento del figlio per problemi economici. Per
far fronte alla difficile situazione l’uomo ha un’idea strampalata che si
rivelerà un trionfo: allestire un numero di striptease
maschile, con nudo integrale, insieme ai suoi cinque compagni di sventura. Dopo
le titubanze iniziali lo show avrà un successo clamoroso e premierà il coraggio
dei sei uomini. Da una trovata semplice e apparentemente banale, quasi
ricalcando la trama del film, è venuto fuori il maggior successo commerciale
della stagione cinematografica 1997-98 e uno dei più considerevoli dell’intero
decennio, in rapporto al minimo budget speso (circa 3,5 milioni di dollari a
fronte di oltre 500 milioni di guadagno in tutto il mondo). Scritto
egregiamente da Simon Beaufoy, diretto con briosa energia da Peter Cattaneo e
splendidamente recitato da un cast trascinante (in cui spicca il protagonista Robert
Carlyle), è una commedia irresistibile, ironica e dissacrante che unisce la
leggerezza del tocco alla profondità delle sue numerose implicazioni sociali,
senza mai prendersi troppo sul serio. Si ride (e di gusto) anche affrontando
temi scottanti come la disoccupazione, che quasi sempre implica perdita di
autostima e disorientamento in merito alla propria identità socio-familiare. Ma
si ride anche sulla non sempre facile accettazione del proprio corpo o su
quanto possa essere avvilente sentirsi valutati unicamente in base all’aspetto
fisico (e qui c’è una punta, sempre divertita, di evidente complicità con l’universo
femminile). In perfetto equilibrio tra umorismo, goliardia, intelligenza,
solidità espressiva, satira sociale e farsa di costume, questa pellicola
fieramente british andrebbe seriamente studiata per cercare di carpirne la formula vincente, semplice e
geniale. Pieno di rispettoso affetto e di accorata tenerezza verso i suoi
personaggi, il film mette al bando ogni tentazione di moralismo demagogico e si
prende persino la briga di mostrare (con caustica provocazione) anche la
prospettiva femminile nei confronti dello striptease
maschile: allegra, giocosa e spensierata, senza velleità morbose di immediato
appagamento onanistico. La pellicola fu premiata con l’Oscar alla miglior
colonna sonora assegnato ad Anne Dudley. Il titolo originale significa
(letteralmente) "servizio completo", alludendo ovviamente al nudo
integrale che l’orda femminile pretende dai sei improbabili spogliarellisti. E’
un film sorridente ed acuto che mette di buon umore e che lancia almeno due
messaggi incoraggianti. Il primo: quando si crede di aver perso tutto non
bisogna mai dimenticarsi del proprio corpo, un bene supremo che siamo portati a
dare per scontato, dimenticandone il grande valore. E il secondo: ridersi
addosso è un segno di grande forza e saggezza e, anche se magari non risolve,
sicuramente aiuta, facendoti sentire meglio.
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