mercoledì 21 giugno 2017

Occhi di Laura Mars (Eyes of Laura Mars, 1978) di Irvin Kershner

Laura Mars è una fotografa di moda di grande talento ma con il gusto della provocazione, infatti usa spesso immagini violente e sgradevoli nei suoi lavori. Un giorno inizia ad avere delle visioni in cui vede morire in modo efferato modelle e persone che lavorano con lei. Quando gli omicidi avvengono sul serio, esattamente nella modalità vista da Laura, la donna capisce di avere poteri extrasensoriali di preveggenza. Il detective John Neville decide di usare il dono della fotografa per la sua indagine ma Laura non riesce mai a scorgere il volto dell’assassino. Ma ben presto la notizia si diffonde e lei si sente in pericolo come “testimone” scomoda. Stravagante commistione di giallo thriller di tipo whodunit con elementi parapsicologici per un film poco incisivo, debole nella costruzione della suspense e abbastanza prevedibile nella risoluzione finale. Tratto da un soggetto di John Carpenter, che lo rese appetibile a molti appassionati di horror, ha gli unici motivi di fascino nella torbida miscela tra violenza ed erotismo e nella struttura non lineare che cerca di ingarbugliare la vicenda altrimenti canonica. Passò quasi inosservato nel nostro paese mentre in America riscosse un buon successo di pubblico incassando il triplo del budget speso. Di gran livello il cast principale con Faye Dunaway e Tommy Lee Jones e accattivante colonna sonora con molti successi dell’epoca, tra cui la splendida “Prisoner” di Barbra Streisand. Il titolo gioca sul relativismo della prospettiva visiva: quali sono i “veri” occhi di Laura ? quelli naturali ? l’obiettivo della macchina fotografica attraverso cui filtra il mondo con il suo estro visionario ? o quelli nascosti che gli consentono di percepire i delitti di un prossimo futuro ? La domanda è interessante ma non aspettatevi una risposta.

Voto:
voto: 2,5/5

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