Helen
è una giovane donna che viene licenziata per essere arrivata in ritardo e,
fortemente depressa, decide di tornare a casa. A questo punto la storia si
divide in due possibili vite parallele della ragazza. Nella prima Helen prende
la metro e, rincasata prima del tempo, trova il suo uomo a letto con un’altra.
Si rifà una vita con un bel tipo conosciuto sulla metro che la metta incinta,
ma scoprirà che il suo nuovo compagno è già sposato. Nella seconda possibile
storia, Helen perde la metro, prende un taxi e arriva a casa in ritardo,
trovando il suo ragazzo da solo, pur notando in giro indizi sospetti di una
recente presenza femminile. Trova lavoro come cameriera e scopre di essere
incinta del suo fidanzato, ma quando sta per dirglielo scopre che lui la
tradisce con la sua ex. La prima storia avrà un finale tragico mentre la
seconda uno più lieto. Interessante melodramma sentimentale con tocchi da
commedia sul tema del destino e delle misteriose “svolte” esistenziali che, a
nostra insaputa, possono influenzare pesantemente le nostre vite. Liberamente
ispirato al film Destino cieco (1981)
di Krzysztof Kieślowski, sa fondere abilmente tradizione e modernità, karma e
fatalismo, umorismo e tragedia, dialoghi brillanti e stereotipi, in un incastro
a due binari di discreta fattura che, alla sua uscita, affascinò moltissimo il
pubblico più giovane. Impeccabile e garbato nella messa in scena, si avvale
della presenza scenica della bionda Gwyneth Paltrow, radiosa e adorabile. E’ un
film gradevole per mainstreamers che però
non va mai oltre la superficie e in cui l’affascinante meccanismo dei destini
paralleli viene ben presto fagocitato dal succedersi delle varie liaison sentimentali, che prendono il
sopravvento sulla tematica filosofica. Il titolo allude alle porte della metro
che, chiudendosi un attimo prima o un attimo dopo, determinano il destino della
protagonista.
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