Vita
dell’agguerrito leader nero Malcolm X, tratta dall’autobiografia scritta da lui
stesso con la collaborazione di Alex Haley. Nato come Malcom Little, figlio di
un pastore protestante e cresciuto nel Nebraska, viene subito segnato
dall’orrore della violenza razzista quando gli uomini del Ku Klux Klan uccidono
suo padre e bruciano la fattoria di famiglia riducendoli in miseria. Anche la
madre, impazzita dal dolore, muore poco dopo in un manicomio. Passando
attraverso diverse famiglie Malcolm arriva a New York, dove inizia a
delinquere, finisce in prigione, si converte all’Islam, si fa una cultura e
decide di opporsi al potere dei bianchi. Una volta fuori di galera il nostro
prende moglie, entra a far parte di un gruppo islamico, cambia il suo nome in “Malcolm
X” (la lettera X sottolinea il cognome perduto) e diventa un leader politico
capace di trascinare le masse con i suoi ideali appassionati ed estremi contro
i bianchi ed il razzismo (che non escludono l’azione violenta se necessario).
Si fa parecchi nemici, ma quando inizia ad assumere posizioni più moderate e
favorevoli al dialogo con l’altra parte, finisce ucciso da un commando di
sicari poco prima di tenere un discorso pubblico. Per il delitto furono
condannati alcuni fanatici della Nation of Islam. Biopic romanzato di Spike Lee
(la cui combattività in favore dei diritti dei neri ricorda un po’ quella di Malcolm
X) sulla vita del celebre “principe” afroamericano che, negli anni ’50 e ’60,
seppe accendere con veemenza i riflettori sul problema del razzismo e dei
diritti civili degli americani di colore. Conoscendo la personalità, le idee e
lo stile del regista possiamo dire che questo film era per lui praticamente inevitabile.
Il risultato è un’opera appassionata, militante, didascalica, densa di
propaganda antirazzista, agiografica fino all’estremo cristologico nel
tracciare la parabola terrena del protagonista come quella di un autentico
martire, redento dal vizio del mondo criminale, in cui era caduto per rabbia
contro la società dei bianchi, e divenuto un “profeta” in difesa dei suoi
fratelli. E’ quasi evidente che un film così spudoratamente “a tesi” sia poco
interessante dal punto di vista ideologico, perchè nettamente di parte e a senso
unico. Eppure ciò che lo riscatta e lo rende un’opera sopra la media, ricolma
di personalità, è la bravura del regista nella direzione di una rapsodia di
stili e di elementi che trova i suoi momenti più alti nelle sequenze musicali,
nella lucidità caustica con cui vengono messi insieme i diversi tasselli,
nell’estetica folcloristica ma anche ricca, esuberante, vigorosa, nelle scene
di audace inventiva in cui il genere gangsteristico si sovrappone al musical
classico. Ovviamente non si può non citare la memorabile interpretazione di Denzel
Washington (una delle migliori della sua carriera), praticamente perfetto nei
panni del leader politico protagonista. Completano il cast Angela Bassett, Al
Freeman jr., Spike Lee, Kate Vernon, Roger Guenveur Smith, Giancarlo Esposito,
Martin Donovan e Christopher Plummer. Indimenticabile la scena in cui Malcolm
si fa dolorosamente stirare i riccioli per avere i capelli come i bianchi.
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