giovedì 29 giugno 2017

Malcolm X (Malcolm X, 1992) di Spike Lee

Vita dell’agguerrito leader nero Malcolm X, tratta dall’autobiografia scritta da lui stesso con la collaborazione di Alex Haley. Nato come Malcom Little, figlio di un pastore protestante e cresciuto nel Nebraska, viene subito segnato dall’orrore della violenza razzista quando gli uomini del Ku Klux Klan uccidono suo padre e bruciano la fattoria di famiglia riducendoli in miseria. Anche la madre, impazzita dal dolore, muore poco dopo in un manicomio. Passando attraverso diverse famiglie Malcolm arriva a New York, dove inizia a delinquere, finisce in prigione, si converte all’Islam, si fa una cultura e decide di opporsi al potere dei bianchi. Una volta fuori di galera il nostro prende moglie, entra a far parte di un gruppo islamico, cambia il suo nome in “Malcolm X” (la lettera X sottolinea il cognome perduto) e diventa un leader politico capace di trascinare le masse con i suoi ideali appassionati ed estremi contro i bianchi ed il razzismo (che non escludono l’azione violenta se necessario). Si fa parecchi nemici, ma quando inizia ad assumere posizioni più moderate e favorevoli al dialogo con l’altra parte, finisce ucciso da un commando di sicari poco prima di tenere un discorso pubblico. Per il delitto furono condannati alcuni fanatici della Nation of Islam. Biopic romanzato di Spike Lee (la cui combattività in favore dei diritti dei neri ricorda un po’ quella di Malcolm X) sulla vita del celebre “principe” afroamericano che, negli anni ’50 e ’60, seppe accendere con veemenza i riflettori sul problema del razzismo e dei diritti civili degli americani di colore. Conoscendo la personalità, le idee e lo stile del regista possiamo dire che questo film era per lui praticamente inevitabile. Il risultato è un’opera appassionata, militante, didascalica, densa di propaganda antirazzista, agiografica fino all’estremo cristologico nel tracciare la parabola terrena del protagonista come quella di un autentico martire, redento dal vizio del mondo criminale, in cui era caduto per rabbia contro la società dei bianchi, e divenuto un “profeta” in difesa dei suoi fratelli. E’ quasi evidente che un film così spudoratamente “a tesi” sia poco interessante dal punto di vista ideologico, perchè nettamente di parte e a senso unico. Eppure ciò che lo riscatta e lo rende un’opera sopra la media, ricolma di personalità, è la bravura del regista nella direzione di una rapsodia di stili e di elementi che trova i suoi momenti più alti nelle sequenze musicali, nella lucidità caustica con cui vengono messi insieme i diversi tasselli, nell’estetica folcloristica ma anche ricca, esuberante, vigorosa, nelle scene di audace inventiva in cui il genere gangsteristico si sovrappone al musical classico. Ovviamente non si può non citare la memorabile interpretazione di Denzel Washington (una delle migliori della sua carriera), praticamente perfetto nei panni del leader politico protagonista. Completano il cast Angela Bassett, Al Freeman jr., Spike Lee, Kate Vernon, Roger Guenveur Smith, Giancarlo Esposito, Martin Donovan e Christopher Plummer. Indimenticabile la scena in cui Malcolm si fa dolorosamente stirare i riccioli per avere i capelli come i bianchi.

Voto:
voto: 3,5/5

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