Praga,
1968: Tomas è un giovane neurochirurgo, sposato con Tereza, ragazza semplice e
generosa, che per amore ne sopporta le numerose scappatelle con altre donne.
Tra queste quella con la sensuale e disinibita Sabina, che ha con Tomas una
passionale e fantasiosa relazione sessuale. Tutto cambia con la “primavera di
Praga”, l’invasione sovietica e l’avvento di un tirannico regime che rende
opprimente il clima sociale del paese. Tomas, Tereza e Sabina scappano a
Ginevra dove, per qualche tempo, allacciano uno strano rapporto di amicizia
(Sabina si è legata all’intellettuale politico Franz e Tereza ha ormai
accettato i vecchi tradimenti del marito). Quando però la donna scopre che lui
continua a intrattenersi con compagne occasionali, decide di lasciarlo e
ritorna in Cecoslovacchia, dove adesso vige un clima di paura a causa della
violenta repressione politica da parte dei sovietici. Tomas, preso dai sensi di
colpa, decide di seguirla mentre Sabina, troppo indipendente per legarsi
seriamente ad un uomo, lascia Franz ed emigra negli Stati Uniti. Film americano
ma girato in Europa, con un cast ed una sensibilità europea, il che è un bene
in un caso del genere. Liberamente tratto dall’omonimo best seller di Milan Kundera, che divenne popolarissimo per tutti
gli anni ’80, è ben scritto, ben diretto e ben recitato, con una splendida
ricostruzione ambientale, un’estrema cura del dettaglio ed un’attenzione
garbata alla psicologia dei personaggi. Raffinato e sensuale, malinconico e
struggente, a volte prolisso nel suo filosofeggiare, mescola con lucida abilità
la drammaticità degli eventi storici (anche avvalendosi di reali inserti
documentaristici) con l’elegante erotismo degli intrecci amorosi, che ritrae i
corpi degli amanti con una soffusa valenza plastica di pittorica fascinazione.
Straordinaria la fotografia a colori del leggendario Sven Nykvist, il cui sapiente
gioco di luci e ombre immerge il film in un limbo di magica sospensione eterea.
Notevole il cast con Daniel Day-Lewis, Juliette Binoche, Lena Olin, Derek de
Lint e Stellan Skarsgård. Incompreso e molto sottovalutato alla sua uscita, è
un film da recuperare.
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