giovedì 22 giugno 2017

Drugstore Cowboy (Drugstore Cowboy, 1989) di Gus Van Sant

Due coppie di giovani tossici,  Bob e Dianne,  Rick e Nadine, scorrazzano per lo stato dell'Oregon degli anni '70 rapinando farmacie con ingegnosi stratagemmi inventati da Bob, che è il leader del gruppo. Tampinati da  Gentry, ruvido tenente della narcotici, i quattro riescono sempre a sfuggire. Ma quando Nadine muore per overdose e Bob viene pestato a sangue dallo sbirro che gli ha giurato di fargliela pagare, quest'ultimo inizia a meditare sullo squallore della sua vita e cerca in qualche modo di uscirne. Lucido e crudo dramma giovanile di Gus Van Sant, tratto da un romanzo autobiografico di James Fogle, che racconta l'inferno personale di quattro sbandati persi nel tunnel della tossicodipendenza, spavaldi e strafottenti a causa di quel folle ardore ribelle giovanile che ti fa vivere l'oggi come se fosse l'ultimo giorno e, nel contempo, ti fa credere di essere immortale, pur camminando sempre in prossimità della morte. Senza moralismi, compiacimenti, morbosità, accuse o la pretesa di veicolare messaggi, l'autore disegna un durissimo spaccato di disagio generazionale, in cui le uniche cose che contano sono lo sballo e l'eccesso, sotto il segno di una pulsione autodistruttiva che va a braccetto con la mancanza di ideali. L'intera storia è raccontata in flashback dal carismatico Bob, la cui emblematica vicenda personale è il simbolo di un degrado morale che ha radici profonde e lontane. Grande il cast, con gli attori che riescono a calarsi perfettamente nei rispettivi ruoli donando ai personaggi un realismo impressionante. Il più bravo è Matt Dillon, in quella che probabilmente è la migliore interpretazione della sua altalenante carriera, accompagnato da Kelly Lynch, Heather Graham, James LeGros, Max Perlich e lo scrittore William S. Burroughs nel piccolo ma incisivo ruolo di un prete drogato. Sostenuto a tratti da un'ironia macabra che indulge nel grottesco, è un film sinceramente disturbante nella sua audacia perchè, se da un lato mostra ampiamente gli effetti letali della droga, dall'altro non ne nasconde l'estasi soggiogante che è in grado di produrre dopo la sua assunzione.

Voto:
voto: 4/5

Nessun commento:

Posta un commento