Dopo
aver investito un lupo, di notte su una strada di campagna, Will Randall,
redattore di una casa editrice, viene morso alla mano. Mentre la sua vita va a
rotoli (il cinico collega Stewart Swinton è l’amante di sua moglie e gli fa le
scarpe sul lavoro soffiandogli il posto), Randall si rende conto di essere
cambiato dopo l’incidente, perchè è entrato in possesso di un incredibile
vigore fisico e sessuale, e i suoi sensi sono diventati straordinariamente
sviluppati. Il cambiamento culmina nella licantropia che fa trasformare il
nostro in un feroce lupo mannaro durante le notti di luna piena. Mentre Randall
allaccia una relazione con Laura, la bella figlia del suo editore, viene
accusato dell’efferato omicidio di sua moglie, fatta a pezzi da una non
identificata belva. Tutti gli elementi sono contro di lui ma intanto ricompare
il suo rivale Swinton, con qualche incredibile sorpresa a suo favore.
Stravagante commistione, riuscita solo in parte, tra horror gotico, critica
sociale, ironia nera e racconto romantico. E’ indubbiamente interessante
l’intento di utilizzare la figura iconica del licantropo come metafora satirica
nei confronti dell’avidità, dell’arrivismo e del cinismo di cui è intriso il
modello capitalistico americano (in cui vale il vecchio detto latino “homo homini lupus” nella continua corsa
al potere e alla carriera). Ma, dopo una prima parte ben riuscita, in cui la
sovrapposizione tra la trasformazione in lupo del protagonista e la natura
ferina dell’ambiente manageriale in cui egli lavora funziona perfettamente, il
film scade in un accumulo di banalità e battute a vuoto, prendendo la deriva
confusa di un horror sentimentale poco convincente con momenti che sfiorano il
ridicolo. Peccato, perchè gli interpreti sono molto bravi (Jack Nicholson, Michelle
Pfeiffer, James Spader, Kate Nelligan, Eileen Atkins e Christopher Plummer),
con la Pfeiffer deliziosa e Nicholson meglio da uomo che da lupo. Le musiche
sono di Ennio Morricone e la fotografia di Giuseppe Rotunno. Una buona idea non
sviluppata a dovere da Mike Nichols e con un notevole spreco di attori.
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