mercoledì 28 giugno 2017

Darkman (Darkman, 1990) di Sam Raimi

Il brillante scienziato Peyton Westlake ha scoperto un modo per riprodurre una pelle sintetica capace di adattarsi perfettamente al corpo umano. Finito nelle mani di una banda di criminali perseguiti dalla sua ragazza che fa l’avvocato, il nostro cade vittima di un brutale pestaggio e dell’incendio doloso del suo laboratorio, rimanendo orribilmente sfigurato e ustionato. In condizione disperate ma ancora vivo, Westlake viene “aiutato” dai medici che, recidendogli un nervo del midollo spinale, inibiscono del tutto l’insopportabile sensazione di dolore. Grazie alle sue scoperte l’uomo si trasforma in Darkman, un crudele vendicatore senza volto che riesce ad assumere molteplici identità e che si mette sulle tracce dei gangster che lo hanno rovinato. Horror fantastico di Raimi che mescola abilmente estetica da fumetto, umorismo nero, crime movie e thriller psicologico, con evidenti incursioni nel campo dei super eroi grazie ad un nuovo tetro personaggio a metà strada tra Jekyll e Hyde ed un moderno “fantasma dell’opera”. Ricco di invenzioni visive e di atmosfere oscure che omaggiano i vecchi horror della Universal (senza dimenticare l’espressionismo tedesco), è una divertente rapsodia antirealistica di stili e di generi con ambizioni figurative evidentemente alte: un audace tentativo di ridefinire la forma del fumetto cinematografico attraverso inquadrature sghembe, prospettive impossibili, estetizzazione della violenza e movimenti di macchina che sfidano le leggi della fisica. Sotto l’aspetto della sperimentazione tecnica il film è un importante tassello nella storia del cinecomic, che, dal punto di vista delle conquiste visuali, si pone tra Dick Tracy e Sin City. Molto buono il cast con Liam Neeson, Frances McDormand e Colin Friels, belle musiche di Danny Elfman e gustosi cameo di John Landis e Bruce Campbell (storici amici del regista).

Voto:
voto: 3,5/5

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