Il
brillante scienziato Peyton Westlake ha scoperto un modo per riprodurre una
pelle sintetica capace di adattarsi perfettamente al corpo umano. Finito nelle
mani di una banda di criminali perseguiti dalla sua ragazza che fa l’avvocato,
il nostro cade vittima di un brutale pestaggio e dell’incendio doloso del suo
laboratorio, rimanendo orribilmente sfigurato e ustionato. In condizione
disperate ma ancora vivo, Westlake viene “aiutato” dai medici che, recidendogli
un nervo del midollo spinale, inibiscono del tutto l’insopportabile sensazione
di dolore. Grazie alle sue scoperte l’uomo si trasforma in Darkman, un crudele
vendicatore senza volto che riesce ad assumere molteplici identità e che si
mette sulle tracce dei gangster che lo hanno rovinato. Horror fantastico di Raimi
che mescola abilmente estetica da fumetto, umorismo nero, crime movie e thriller psicologico, con evidenti incursioni nel
campo dei super eroi grazie ad un nuovo tetro personaggio a metà strada tra Jekyll
e Hyde ed un moderno “fantasma dell’opera”. Ricco di invenzioni visive e di
atmosfere oscure che omaggiano i vecchi horror della Universal (senza
dimenticare l’espressionismo tedesco), è una divertente rapsodia antirealistica di stili e di generi con ambizioni figurative evidentemente alte: un audace tentativo
di ridefinire la forma del fumetto cinematografico attraverso inquadrature
sghembe, prospettive impossibili, estetizzazione della violenza e movimenti di
macchina che sfidano le leggi della fisica. Sotto l’aspetto della
sperimentazione tecnica il film è un importante tassello nella storia del cinecomic, che, dal punto di vista delle
conquiste visuali, si pone tra Dick Tracy
e Sin City. Molto buono il cast con Liam
Neeson, Frances McDormand e Colin Friels, belle musiche di Danny Elfman e
gustosi cameo di John Landis e Bruce Campbell (storici amici del regista).
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