venerdì 23 giugno 2017

Batman (Batman, 1989) di Tim Burton

Bruce Wayne, miliardario orfano e scapolo, ha una doppia vita: la notte si trasforma in Batman, giustiziere mascherato che combatte il crimine nelle pericolose strade dell’oscura Gotham City, grazie alla sua forza fisica e all’ausilio di super gadget tecnologici che ne potenziano le abilità. Il suo nemico più pericoloso è il folle Joker, leader di una banda di furfanti dal volto sfigurato in una perenne smorfia di orrido sorriso. Il conto aperto tra i due ha radici lontane e profonde motivazioni di vendetta personale, ma, a complicare le cose, si mette in mezzo la bella giornalista bionda Vicky Vale, il cui fascino calamita le attenzioni di entrambi. L’incontro tra Batman e Tim Burton era inevitabile. L’uomo pipistrello, signore delle tenebre e della buia notte di Gotham, dall’animo tormentato da un torbido passato, non poteva non essere materiale nelle corde del regista americano, padre del neogotico visionario. Il risultato di questo (primo) incontro è una cupa favola oscura, visivamente affascinante nelle sue atmosfere dark, ricca di invenzioni, di omaggi, di riferimenti e di sequenze magistrali, come quella del Joker che distrugge il museo liberando la sua furia nichilista. Cinematograficamente è un’audace miscela di generi e di influenze, non sempre adeguatamente amalgamate: dal fumetto all’horror, dalla commedia al fantastico, dal poliziesco all’avventura. Il cuore della storia, invero assai banale nella sua semplicità, risiede nella sfida all’ultimo sangue tra due alienati, facce opposte della stessa medaglia, che si affrontano per questioni personali in un’arena metropolitana in cui la giustizia è soltanto una parola. I grandi meriti del film sono tutti tecnici: scenografie da urlo (premiate con l’Oscar), fotografia tetra, splendide musiche di Danny Elfman impreziosite dalle canzoni di Prince, immagini di grande forza evocativa. Tutto concorre alla creazione di una visione ipnoticamente potente (indimenticabile la Gotham nebbiosa e notturna ripresa da lontano), quasi una sintesi dell’immaginario visivo degli anni ’80. Nel cast Jack Nicholson, al top del suo istrionismo debordante, mette in ombra tutti gli altri, con un Joker che si erge a protagonista involontario e ingombrante. Bellissima Kim Basinger in stile Marilyn, mentre il meno brillante è proprio Michael Keaton, troppo monolitico sia come Bruce Wayne che come Batman. E questo non è un bene. Il film ebbe un vasto consenso di pubblico e critica ed un seguito ufficiale nel ’92, Batman - Il ritorno, ancora diretto da Burton. Tutto quanto venuto dopo è da dimenticare, prima dell’arrivo di Christopher Nolan.

La frase:Hai mai danzato col diavolo nel pallido plenilunio ?

Voto:
voto: 3,5/5

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