Bruce
Wayne, miliardario orfano e scapolo, ha una doppia vita: la notte si trasforma
in Batman, giustiziere mascherato che combatte il crimine nelle pericolose
strade dell’oscura Gotham City, grazie alla sua forza fisica e all’ausilio di super
gadget tecnologici che ne potenziano le abilità. Il suo nemico più pericoloso è
il folle Joker, leader di una banda di furfanti dal volto sfigurato in una
perenne smorfia di orrido sorriso. Il conto aperto tra i due ha radici lontane
e profonde motivazioni di vendetta personale, ma, a complicare le cose, si
mette in mezzo la bella giornalista bionda Vicky Vale, il cui fascino calamita
le attenzioni di entrambi. L’incontro tra Batman e Tim Burton era inevitabile.
L’uomo pipistrello, signore delle tenebre e della buia notte di Gotham,
dall’animo tormentato da un torbido passato, non poteva non essere materiale
nelle corde del regista americano, padre del neogotico visionario. Il risultato
di questo (primo) incontro è una cupa favola oscura, visivamente affascinante
nelle sue atmosfere dark, ricca di
invenzioni, di omaggi, di riferimenti e di sequenze magistrali, come quella del
Joker che distrugge il museo liberando la sua furia nichilista.
Cinematograficamente è un’audace miscela di generi e di influenze, non sempre
adeguatamente amalgamate: dal fumetto all’horror, dalla commedia al fantastico,
dal poliziesco all’avventura. Il cuore della storia, invero assai banale nella
sua semplicità, risiede nella sfida all’ultimo sangue tra due alienati, facce
opposte della stessa medaglia, che si affrontano per questioni personali in
un’arena metropolitana in cui la giustizia è soltanto una parola. I grandi
meriti del film sono tutti tecnici: scenografie da urlo (premiate con l’Oscar),
fotografia tetra, splendide musiche di Danny Elfman impreziosite dalle canzoni
di Prince, immagini di grande forza evocativa. Tutto concorre alla creazione di
una visione ipnoticamente potente (indimenticabile la Gotham nebbiosa e
notturna ripresa da lontano), quasi una sintesi dell’immaginario visivo degli
anni ’80. Nel cast Jack Nicholson, al top del suo istrionismo debordante, mette
in ombra tutti gli altri, con un Joker che si erge a protagonista involontario
e ingombrante. Bellissima Kim Basinger in stile Marilyn, mentre il meno brillante
è proprio Michael Keaton, troppo monolitico sia come Bruce Wayne che come
Batman. E questo non è un bene. Il film ebbe un vasto consenso di pubblico e
critica ed un seguito ufficiale nel ’92, Batman - Il ritorno, ancora diretto da Burton. Tutto quanto venuto dopo è da
dimenticare, prima dell’arrivo di Christopher Nolan.
La frase: “Hai mai danzato col diavolo nel pallido plenilunio ?”
La frase: “Hai mai danzato col diavolo nel pallido plenilunio ?”
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