Tre
spogliarelliste sadiche e maggiorate, Varla, Rosie e Billie, si lanciano in una
scorreria notturna nel vicino deserto a bordo di macchine veloci, a caccia di
emozioni forti. Prima fanno fuori un ragazzo innocente per un banale alterco,
prendono in ostaggio la sua donna, Linda, e poi invadono la fattoria dove vive
un anziano paralitico con i suoi figli e, per mettere le mani sul suo denaro,
provocano una strage da cui ben pochi usciranno vivi. B-movie sporco e cattivo, un malsano delirio estatico di sangue,
sesso, kitsch, violenza e perversioni,
sospeso tra anticonformismo provocatorio, femminismo fanatico, cinismo
impietoso, apologia della brutalità e bieca exploitation.
Alla sua uscita fu un flop assoluto e venne presto relegato nei circuiti grindhouse. Ma il tempo e la
sponsorizzazione di registi amanti di pellicole estreme come Tarantino (che lo
ha posto nella sua personale top 10 di gradimento) gli hanno garantito una
notevole rivalutazione, facendolo diventare un cult “maledetto” della cinematografia underground. Al di là dell’evidente furbizia dell’operazione,
fondata su un becero sensazionalismo scandaloso e disturbante, va detto che il
film ha pure qualche merito, soprattutto tecnico: la notevole fotografia di un
bianco e nero abbacinante e le efficaci riprese in campo lungo che rendono gli
spazi “infiniti” del deserto californiano come un orizzonte astratto e distante
da cui è impossibile fuggire e verso cui non è lecito arrivare. Chi ci ha
voluto cogliere intenti farseschi contro il moralismo e l’ipocrisia della
società americana l’ha fatta sicuramente fuori dal vaso vista l’abituale mano
pesante del regista. Consigliabile unicamente agli amanti del trash erotico violento, che sicuramente
già lo conoscono alla perfezione. In Italia non fu mai distribuito in sala ma
da tempo è reperibile in home video
dopo che Tarantino lo ha pubblicamente sdoganato, dichiarandolo come fonte di
ispirazione per il suo Kill Bill.
Voto:
Nessun commento:
Posta un commento