lunedì 19 giugno 2017

Uomini e topi (Of Mice and Men, 1992) di Gary Sinise

Lennie e George sono due amici che viaggiano alla ricerca di lavoro nella California degli anni della Grande Depressione. Lennie è un gigante buono dotato di una forza straordinaria ma con un grave handicap mentale, George è un uomo sensibile che cerca di proteggere il suo sfortunato e ingenuo amico dalla furbizia degli uomini e dalle insidie della vita. Arrivati in una fattoria dove vengono temporaneamente accolti come braccianti, Lennie, che ha il cervello di un bimbo, viene inesorabilmente attratto dalla sensuale moglie di uno dei fattori, che, per compassione della sua condizione, si mostra gentile con lui. Finale tragico. Dal celebre romanzo omonimo di John Steinbeck, uno dei capolavori della letteratura nord americana, l’attore/regista Gary Sinise ha tratto un adattamento dallo stile morbido, a tratti oleografico, di egregia fattura tecnica ma poco incisivo nella densità espressiva. E’ evidente che la vicenda, portata per tre volte sul grande schermo, sia così potente nella sua forza drammatica e nel suo significato antropologico da reggersi in piedi già da sola, ma con un cast simile era lecito attendersi qualcosa di più intenso e meno derivativo pur da un regista non esperto come Sinise. La bellezza abbacinante dei paesaggi rurali e la calma tranquilla di una natura rigogliosa e incontaminata contrasta con la cupezza d’animo di una società feroce stremata dalla crisi economica e dalla fame, che ha saputo tirar fuori il peggio da ciascuno. Lennie e George sono, in questo senso, due alieni, due angeli caduti in un mondo brutale e che, per questo, non potranno non pagarne lo scotto. Costruito interamente per dare risalto ai due protagonisti, con John Malkovich nel ruolo di Lennie e Gary Sinise in quello di George, quasi a sorpresa il confronto attoriale viene vinto dal secondo che risulta più solido e asciutto rispetto al collega che, in quello che poteva essere l’interpretazione di una vita, finisce per eccedere un po’ troppo negli atteggiamenti strambi. Il film merita comunque la visione, specialmente per tutti coloro che non hanno letto (e non hanno intenzione di farlo) lo splendido romanzo ispiratore.

Voto:
voto: 3/5

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