Lennie
e George sono due amici che viaggiano alla ricerca di lavoro nella California
degli anni della Grande Depressione. Lennie è un gigante buono dotato di una
forza straordinaria ma con un grave handicap mentale, George è un uomo sensibile
che cerca di proteggere il suo sfortunato e ingenuo amico dalla furbizia degli
uomini e dalle insidie della vita. Arrivati in una fattoria dove vengono
temporaneamente accolti come braccianti, Lennie, che ha il cervello di un
bimbo, viene inesorabilmente attratto dalla sensuale moglie di uno dei fattori,
che, per compassione della sua condizione, si mostra gentile con lui. Finale
tragico. Dal celebre romanzo omonimo di John Steinbeck, uno dei capolavori
della letteratura nord americana, l’attore/regista Gary Sinise ha tratto un
adattamento dallo stile morbido, a tratti oleografico, di egregia fattura
tecnica ma poco incisivo nella densità espressiva. E’ evidente che la vicenda,
portata per tre volte sul grande schermo, sia così potente nella sua forza
drammatica e nel suo significato antropologico da reggersi in piedi già da
sola, ma con un cast simile era lecito attendersi qualcosa di più intenso e meno
derivativo pur da un regista non esperto come Sinise. La bellezza abbacinante
dei paesaggi rurali e la calma tranquilla di una natura rigogliosa e
incontaminata contrasta con la cupezza d’animo di una società feroce stremata
dalla crisi economica e dalla fame, che ha saputo tirar fuori il peggio da
ciascuno. Lennie e George sono, in questo senso, due alieni, due angeli caduti
in un mondo brutale e che, per questo, non potranno non pagarne lo scotto.
Costruito interamente per dare risalto ai due protagonisti, con John Malkovich
nel ruolo di Lennie e Gary Sinise in quello di George, quasi a sorpresa il
confronto attoriale viene vinto dal secondo che risulta più solido e asciutto
rispetto al collega che, in quello che poteva essere l’interpretazione di una
vita, finisce per eccedere un po’ troppo negli atteggiamenti strambi. Il film merita
comunque la visione, specialmente per tutti coloro che non hanno letto (e non
hanno intenzione di farlo) lo splendido romanzo ispiratore.
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