mercoledì 21 giugno 2017

Paper Moon - Luna di carta (Paper Moon, 1973) di Peter Bogdanovich

Kansas, anni '30, durante la Grande Depressione: Moses Pray è un piccolo truffatore che vende bibbie alle vedove e si accompagna con una sveglia orfanella di nove anni che si rivelerà una formidabile collaboratrice. I due girano attraverso un'America segnata dalla crisi economica, cercando di tirare a campare giorno per giorno con mille espedienti. Nel tempo, soprattutto grazie all'abilità della bambina, gli affari iniziano a prosperare per la strana coppia. Dal romanzo "Addie Pray" di Joe David Brown, Bogdanovich ha tratto un meraviglioso affresco nostalgico (rigorosamente in bianco e nero) sull'America degli anni oscuri della depressione (romanticamente idealizzata) e su un certo tipo di vecchio cinema classico, tenero e decoroso, che ormai non esiste più. Al di là dell'operazione a forte effetto nostalgia, l'autore mette in scena un film intenso ed emozionante, stilisticamente sontuoso, straordinario nella ricostruzione degli ambienti e delle atmosfere d'epoca e con una potente carica umana che, tra tenerezza e malinconia, tocca il cuore profondamente senza usare un briciolo di retorica. I due attori protagonisti, Ryan O'Neal e la piccola Tatum O'Neal, sono padre e figlia nella vita reale e questo ha indubbiamente contribuito nella resa emozionale del loro rapporto sullo schermo, che ha la sincerità candida delle grandi storie sentimentali. Perchè l'amore non è necessariamente quello di una coppia di partner, ma è declinabile in diversi forme e a vari livelli, come, ad esempio, l'amore paterno di un povero disadattato nei confronti di una bambina deliziosa in cui vede la figlia che non ha mai avuto. A livello di interpretazione, tra padre e figlia, stravince la figlia, straordinaria, premiata con l'Oscar come miglior attrice non protagonista all'età di 11 anni, diventando la più giovane vincitrice nella manifestazione. Bogdanovich trasse l'idea del titolo del film da una canzone di Billy Rose, Yip Harburg e Harold Arlen intitolata "It's Only a Paper Moon". Quando chiese un consiglio al suo grande amico Orson Welles, egli gli rispose dicendo: "Quel titolo è talmente buono, che non dovresti nemmeno fare il film. Ti basterebbe mostrare nelle sale solo il titolo!".

Voto:
voto: 4/5

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