martedì 20 giugno 2017

La fortezza (The Keep, 1983) di Michael Mann

Nel 1941 un gruppo di soldati nazisti si installano in vecchio castello disabitato tra le montagne della Romania, convinti di essere al sicuro in un presidio inespugnabile. Ma la loro presenza risveglia un’antica presenza malefica che abita da sempre nei sotterranei del castello e che inizia a fare strage dei militari. Un misterioso personaggio di nome Trismegestus, proveniente dalla Grecia, arriva sul posto e spiega che la creatura con cui hanno a che fare è un demone antico, tenuto bloccato nel maniero da un antico amuleto magico, che non deve assolutamente essere rimosso altrimenti l’essere sarebbe libero di uscire, seminando ovunque morte e distruzione. Trismegestus, che reca con sè uno strano oggetto a forma di bastone, dice di essere il custode dell’antico segreto e di essere in grado di ricacciare il mostro nell’ombra da cui è uscito. Gli ufficiali non gli credono e intanto il demone si allea con un anziano medico ebreo, appositamente liberato da un campo di concentramento e trasportato in loco per tradurre una vecchia iscrizione in una lingua antichissima trovata sul muro di cinta. L’essere infernale restituisce all’uomo la giovinezza ed il pieno vigore fisico chiedendogli in cambio di eliminare Trismegestus e di portar fuori dalle mura l’amuleto magico che gli impedisce di fuggire dalla sua antica prigione. Stravagante e atipica incursione di Michael Mann, al suo secondo lungometraggio, con il genere horror fantastico soprannaturale, calato in un contesto di guerra. L’idea di base, le ambientazioni e le atmosfere sono molto affascinanti, così come il cast anglofono di buon livello (Scott Glenn, Ian McKellen, Gabriel Byrne, Alberta Watson, Robert Prosky) garantisce un’efficace recitazione, ma tutto il resto è da dimenticare. A cominciare dalla sceneggiatura che presenta evidenti buchi e svolte poco convincenti, alla realizzazione grossolana della creatura che riduce notevolmente l’effetto spaventoso. E’ un chiaro passo falso nella filmografia iniziale di uno dei migliori registi attualmente in attività, consigliabile unicamente ai fans incalliti dell’autore o agli amanti degli horror weird degli anni ’80. Praticamente sconosciuto in Italia, vale principalmente per la sovrapposizione ideologica tra male assoluto (il demone) e male insito nella natura umana (l’ideologia nazista), che, in base agli eventi narrati nella pellicola, si rispecchiano l’uno nell’altro in una compenetrazione osmotica tra umano e soprannaturale.

Voto:
voto: 2,5/5

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