martedì 11 maggio 2021

I due Papi (The Two Popes, 2019) di Fernando Meirelles

Nel 2012 il cardinale Bergoglio dell'arcidiocesi di Buenos Aires, sconfortato dalla direzione in cui sta andando la Chiesa Cattolica, incontra il Papa Benedetto XVI per chiedergli di ritirarsi dall'incarico e tornare al suo vecchio ministero pastorale di sacerdote attivamente impegnato nel sociale. Ma il Papa appare stanco, provato nella salute e nell'animo, incapace di reggere il peso del suo mandato in un momento storico difficile, in cui la Chiesa è sommersa da scandali, sta perdendo consensi e fedeli, e sarebbe necessaria una guida salda, in grado di prendere decisioni gravose per guidare la "nave" fuori dalla tempesta. Tra i due uomini, praticamente opposti per personalità e vedute, s'instaura uno strano rapporto che porterà Papa Benedetto a confidare al cardinale Bergoglio (da sempre uno dei suoi critici più duri) il segreto che ha nel cuore, individuando in lui la persona giusta per succedergli e salvare la Chiesa. Dramma biografico del brasiliano Fernando Meirelles su uno dei momenti più cupi e cruciali della storia moderna della Chiesa Cattolica Romana, ispirato all'opera teatrale "The Pope" di Anthony McCarten (che ha scritto anche la sceneggiatura del film). Nell'incontro immaginario tra i "due papi" il regista dà voce a due modi antitetici di concepire la gestione terrena del "popolo di Dio", il  potere ecclesiastico e il percorso che la Chiesa dovrebbe seguire per avvicinarsi alla gente, in un'epoca in cui i costumi, le necessità e le sensibilità sono radicalmente cambiate. Semplificando il concetto si potrebbe dire: rigidità reazionaria contro apertura al cambiamento, austerità contro frugalità, rigore teologico contro compassione sociale. Ovviamente non si tratta di vera cronaca ma di romanzo, di fiction, di dialoghi e situazioni immaginate dagli autori (McCarten e Meirelles), modellandole sulla personalità delle due celebri figure in base alle notizie, alle interviste, alle apparizioni pubbliche e alla sensazione che si ha di loro. Va altresì detto che il Vaticano non ha trovato nulla da obiettare sul film, pertanto si possono considerare i suoi contenuti "realistici" oppure "innocui", ovvero troppo indulgenti nei confronti della Chiesa, più attenti alla forma superficiale che alla sottigliezza critica. Personalmente propendo per la seconda ipotesi, reputando questo film troppo pavido e reticente e, quindi, poco utile dal punto di vista etico e sociale. E' un film di attori, di due attori straordinari (Jonathan Pryce ed Anthony Hopkins) che danno un saggio magistrale della loro bravura e capacità mimetica, regalandoci due performance di altissimo spessore emotivo. E se all'inizio il racconto sembra individuare in Ratzinger il "cattivo" e in Bergoglio il "buono" (assecondando il populismo più elementare), durante l'evoluzione narrativa i ruoli diventano (fortunatamente) più sfumati, più ambigui e più problematici, lasciando trasparire che è sempre cosa ingenua collocare concetti forti come verità e giustizia da una parte sola, perchè la natura delle cose (e di quelle umane in particolare) è intimamente molto complessa e non può accontentarsi di una lettura grossolana. Quasi a voler compensare l'approccio iniziale Meirelles ci mostra dei flashback del passato del giovane Bergoglio e delle controversie che accompagnarono la sua figura in relazione ai rapporti con la dittatura argentina. Viceversa, non ci viene mostrato nulla della giovinezza di Ratzinger, dei suoi legami con la gioventù hitleriana e dei silenzi della Chiesa in merito all'Olocausto ebraico. E anche questa è una scelta discutibile, a sostegno della superficialità dell'operazione. E' un film godibile, che si lascia guardare per il talento dei due interpreti, per l'ironia di alcuni momenti e per qualche dialogo di intensa tensione spirituale (quello della confessione di Benedetto XVI è probabilmente il migliore). Ma è anche uno strumento spuntato dal punto di vista dall'analisi critica, che nulla aggiunge al bagaglio di conoscenze popolari e che non va mai a fondo delle questioni scomode e realmente importanti. E' più interessato ai due uomini (con il loro carico di simpatie, vanità, asperità, dubbi e fragilità) che ai due papi o agli snodi cruciali del rapporto tra Chiesa e fedeli. Il film ha avuto tra candidature agli Oscar: ai due attori e alla sceneggiatura di Anthony McCarten.
 
Voto:
voto: 3/5

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