giovedì 13 luglio 2017

American Gangster (American Gangster, 2007) di Ridley Scott

Harlem, anni ’70: il gangster nero Frank Lucas diventa il re dell’eroina importata dal Sud Est asiatico, mettendo in piedi un impero del male gestito a livello familiare con connivenze e complicità nelle più alte cariche pubbliche, generosamente foraggiate a suon di migliaia di dollari. Lo zelante poliziotto Richie Roberts, intuisce che qualcosa è cambiato nella mappa del potere gerarchico che gestisce il traffico di droga a New York e, grazie ad un’azione di meticolosa ricostruzione dei fatti, riesce a mettersi sulle tracce del nuovo boss, scoperchiando anche tutto il marcio che si annida tra i suoi colleghi corrotti. La sua missione non sarà facile ma Roberts è grintoso e determinato quanto il suo avversario ed è fortemente motivato nel punire le serpi che si annidano in seno al corpo di polizia di cui egli fa parte. Gangster movie dalle molte anime e dalle molte influenze, mette in scena un inquieto magma di dramma sociale, poliziesco anni ’70, thriller a sfondo politico, denuncia dei mali del capitalismo, il tutto sospeso tra ambizioni autoriali, presunzioni di originalità e stereotipi hollywoodiani. Ridley Scott ha ormai smarrito da tempo il genio creativo e procede col pilota automatico grazie al suo indubbio mestiere che gli consente di sfornare, in rapida serie, prodotti di buona confezione tecnica e di collaudata tenuta narrativa, ma privi del vecchio tocco magico, di lampi talentuosi e deficitari in termini di forza innovativa e di patos emozionale. Tra Scorsese, Mann, Lumet e Spike Lee, il regista porta in scena, ampiamente romanzata, la vera storia di Frank Lucas, rappresentante del Black Power nel contesto criminale, ponendo tutto il peso del film sulle spalle vigorose di due grandi attori come Denzel Washington e Russell Crowe, che, ben accompagnati da un cast eccellente che annovera Chiwetel Ejiofor, Josh Brolin, Cuba Gooding Jr. e Ruby Dee (candidata all’Oscar come non protagonista), garantiscono alla pellicola una onesta sufficienza. Ma, a fine visione, la domanda sorge spontanea: era davvero necessario ?

Voto:
voto: 3/5

Nessun commento:

Posta un commento