Nel
1184, tra la seconda e la terza crociata, il giovane fabbro francese Baliano,
senza famiglia e afflitto da crisi di fede, riceve la visita di un nobile
condottiero, Godfrey di Ibelin, che gli rivela di essere il suo vero padre, lo
nomina cavaliere, lo istruisce all’uso delle armi e lo porta con sè in Terra
Santa per combattere la terza crociata contro le terribili armate musulmane del
feroce sultano Saladino. Giunto a Gerusalemme, governata dal saggio e
accomodante re cristiano Baldovino IV, malato di lebbra, l’ardimentoso Baliano
trova una situazione molto diversa da quella che aveva immaginato nelle sue
alte aspirazioni, tra tradimenti, intrighi di palazzo, giochi di potere e
pericolosi fanatismi estremisti da ambedue le fazioni. L’amaro contrasto tra
ideale e reale farà capire ben presto al giovane che in guerra è arduo
distinguere tra buoni e cattivi e che il male non si trova mai da una sola
parte. Spettacolare kolossal fanta-storico-avventuroso di Ridley Scott, a causa
delle innumerevoli licenze narrative che semplificano o modificano gli eventi in
nome del romanzo hollywoodiano. Il regista rinuncia fin da subito
alle pretese di verosimiglianza storica, imboccando senza mezzi termini la più
affascinante strada della leggenda e mettendo in piedi un grande affresco di
armi, guerre, amori e cavalieri, inventando i personaggi o modellandoli sulla
mitizzazione iconografica occidentale. Al di là di questo la ricostruzione
fantastica della Palestina del XII secolo è stupefacente, gli scenari naturali,
le scenografie e i costumi sono meravigliosi e le imponenti scene di battaglia
attingono all’epica del vecchio cinema classico americano con un surplus di effetti visivi di ottima
fattura, che garantiscono un mirabolante spettacolo visivo. Dal punto di vista
della confezione tecnica e della resa drammaturgica ci troviamo di fronte ad un
film notevole, di estrema potenza figurativa e con un cast che annovera grandi
nomi come Jeremy Irons, Liam Neeson, Edward Norton, Eva Green, Brendan Gleeson,
Ghassan Massoud, Marton Csokas e Orlando Bloom. Coraggiosa e ammirevole anche
la scelta del regista di assegnare grosse colpe storiche all’Occidente nelle
guerre sante, raffigurando invece i due sovrani a capo degli eserciti
contendenti come uomini carismatici ed equilibrati. Purtroppo però la pellicola
ha anche tanti difetti: a cominciare dall’evidente miscasting del protagonista (un Orlando Bloom imbelle e totalmente
inadeguato), le frequenti cadute nel banale o nel sentimentale (del tutto
posticcia la love story tra Baliano e
Sibilla), i passaggi frettolosi che, nonostante la durata di 144 minuti,
rendono a tratti grossolana la narrazione ed un generale andamento ondivago che
rende il tutto poco omogeneo ed equilibrato. In tal senso è da preferire
nettamente la visione della versione Director’s cut di 194 minuti, che migliora
un po’ gli ultimi difetti segnalati. Nel cast svettano Ghassan Massoud ed Edward
Norton che, pur recitando sempre mascherato nel ruolo del re lebbroso, riesce
ad offrire un’interpretazione sorprendente con il solo utilizzo della voce
(ovviamente per poterla apprezzare il film va visto in lingua inglese). Da
dimenticare il didascalico titolo italiano che banalizza il senso di quello
originale.
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