giovedì 13 luglio 2017

Le crociate: Kingdom of Heaven (Kingdom of Heaven, 2005) di Ridley Scott

Nel 1184, tra la seconda e la terza crociata, il giovane fabbro francese Baliano, senza famiglia e afflitto da crisi di fede, riceve la visita di un nobile condottiero, Godfrey di Ibelin, che gli rivela di essere il suo vero padre, lo nomina cavaliere, lo istruisce all’uso delle armi e lo porta con sè in Terra Santa per combattere la terza crociata contro le terribili armate musulmane del feroce sultano Saladino. Giunto a Gerusalemme, governata dal saggio e accomodante re cristiano Baldovino IV, malato di lebbra, l’ardimentoso Baliano trova una situazione molto diversa da quella che aveva immaginato nelle sue alte aspirazioni, tra tradimenti, intrighi di palazzo, giochi di potere e pericolosi fanatismi estremisti da ambedue le fazioni. L’amaro contrasto tra ideale e reale farà capire ben presto al giovane che in guerra è arduo distinguere tra buoni e cattivi e che il male non si trova mai da una sola parte. Spettacolare kolossal fanta-storico-avventuroso di Ridley Scott, a causa delle innumerevoli licenze narrative che semplificano o modificano gli eventi in nome del romanzo hollywoodiano. Il regista rinuncia fin da subito alle pretese di verosimiglianza storica, imboccando senza mezzi termini la più affascinante strada della leggenda e mettendo in piedi un grande affresco di armi, guerre, amori e cavalieri, inventando i personaggi o modellandoli sulla mitizzazione iconografica occidentale. Al di là di questo la ricostruzione fantastica della Palestina del XII secolo è stupefacente, gli scenari naturali, le scenografie e i costumi sono meravigliosi e le imponenti scene di battaglia attingono all’epica del vecchio cinema classico americano con un surplus di effetti visivi di ottima fattura, che garantiscono un mirabolante spettacolo visivo. Dal punto di vista della confezione tecnica e della resa drammaturgica ci troviamo di fronte ad un film notevole, di estrema potenza figurativa e con un cast che annovera grandi nomi come Jeremy Irons, Liam Neeson, Edward Norton, Eva Green, Brendan Gleeson, Ghassan Massoud, Marton Csokas e Orlando Bloom. Coraggiosa e ammirevole anche la scelta del regista di assegnare grosse colpe storiche all’Occidente nelle guerre sante, raffigurando invece i due sovrani a capo degli eserciti contendenti come uomini carismatici ed equilibrati. Purtroppo però la pellicola ha anche tanti difetti: a cominciare dall’evidente miscasting del protagonista (un Orlando Bloom imbelle e totalmente inadeguato), le frequenti cadute nel banale o nel sentimentale (del tutto posticcia la love story tra Baliano e Sibilla), i passaggi frettolosi che, nonostante la durata di 144 minuti, rendono a tratti grossolana la narrazione ed un generale andamento ondivago che rende il tutto poco omogeneo ed equilibrato. In tal senso è da preferire nettamente la visione della versione Director’s cut di 194 minuti, che migliora un po’ gli ultimi difetti segnalati. Nel cast svettano Ghassan Massoud ed Edward Norton che, pur recitando sempre mascherato nel ruolo del re lebbroso, riesce ad offrire un’interpretazione sorprendente con il solo utilizzo della voce (ovviamente per poterla apprezzare il film va visto in lingua inglese). Da dimenticare il didascalico titolo italiano che banalizza il senso di quello originale.

Voto:
voto: 3/5

Nessun commento:

Posta un commento