Vita
e amori della pittrice messicana Frida Kahlo, sospesa tra talento e dannazione,
artisticamente ambiziosa e sessualmente vorace, capace di influenzare con le sue
opere il surrealismo e la tradizione folclorica attraverso i celebri autoritratti.
Di fede politica comunista, sofferente di una grave menomazione alla gambe a
causa della poliomielite contratta da bambina, visse una vita di eccessi e di
abusi tra droghe, alcool, molteplici amanti, sia maschili che femminili, ed un
solo grande tumultuoso amore con il pittore Diego Rivera. Biografia romanzata
di Frida Kahlo, tratta dal libro “Frida:
A Biography of Frida Kahlo” di Hayden Herrera e diretta con mano incerta da
Julie Taymor, che dà vita ad un film squilibrato e altalenante, in bilico
costante tra il kitsch e la ricerca
forsennata del lampo artistico. Lento e prolisso, spesso banale nei dialoghi,
mette più a fuoco gli aspetti sentimentali (e sessuali) della vita della Kahlo,
lasciando in secondo piano le sue opere e il suo immenso talento pittorico.
Barocco nelle scenografie cromaticamente sovraccariche e ridondante
nell’accumulo di sequenze forti, ha i suoi aspetti migliori negli splendidi
costumi vistosi di Julie Weiss, nella suggestiva colonna sonora di Elliot
Goldenthal e nella notevole interpretazione dei due interpreti principali: una
appassionata ed intensa Salma Hayek, capace di trasmettere tutto il fuoco
interiore della Kahlo, e uno struggente Alfred Molina, che ci regala un
tormentato ed espressivo Rivera. Grandissimi nomi anche nel resto del cast, con
Geoffrey Rush, Ashley Judd (bravissima nel piccolo ruolo di Tina Modotti), Valeria
Golino, Antonio Banderas, Edward Norton e Diego Luna. Il film vinse due Oscar:
al trucco e alla colonna sonora.
La frase: “Peggio Stalin che Hitler!”
La frase: “Peggio Stalin che Hitler!”
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