giovedì 13 luglio 2017

Insomnia (Insomnia, 2002) di Christopher Nolan

Due detective di Los Angeles, Dormer e Hap, vengono inviati in una piccola cittadina dell'Alaska per collaborare alle indagini sul brutale omicidio di una ragazzina. Durante una perlustrazione in un bosco avvolto nella nebbia l'ambiguo Dormer, con alle spalle un passato fatto di azioni non sempre irreprensibili, uccide per sbaglio il suo compagno (con cui aveva aspramente litigato in pubblico il giorno prima), scambiandolo per l'assassino. Dopo l'iniziale sconcerto il cinico sbirro ritrova la dovuta calma e decide di tacere sull'incidente per timore di essere accusato, facendo credere che Hap sia stato freddato dall'uomo a cui davano la caccia. Ma il killer, che ha assistito all'evento, inizia a perseguitarlo e ricattarlo, mettendo a dura prova la mente del poliziotto, provato dai sensi di colpa e dalla prolungata mancanza di sonno, a causa della luce perenne dell'Alaska nella stagione estiva. In un disperato gioco al gatto col topo, Dormer scopre l'identità del suo persecutore, ma è combattuto sul da farsi per la paura di finire a sua volta sotto processo. Thriller isterico ad altissima tensione ansiogena di Christopher Nolan, remake di un omonimo film norvegese del 1997 diretto da Erik Skjoldbjaerg. Teso e tagliente nella sua miscela di sequenze d'azione spettacolari e analisi psicologica dei personaggi principali, è una sottile riflessione sul confine tra bene e male, e tra etica e senso del dovere, che si avvale di un cast straordinario (Al Pacino, Robin Williams e Hilary Swank) e di atmosfere sordide che sanno garantire una crescente tensione in un ambiente alienante immerso nella esangue luce dell'Artico. I due antagonisti principali, tra cui spicca un inquietante Williams che tratteggia uno psicopatico famelico e sereno, sembrano facce opposte della stessa medaglia, anime tormentate da demoni interiori troppo difficili da tenere a bada. La zelante recluta di Hilary Swank è l'unico personaggio che sembra possedere una saldezza morale granitica, forse perchè ancora incontaminata a causa della sua scarsa esperienza. Nel finale risolutore e politicamente corretto il film perde colpi, ma non disperde i meriti di una prima parte di perfida ambiguità.

Voto:
voto: 3,5/5

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