La
bionda Caroline, dopo aver assistito impotente alla morte del padre, ha deciso
di cambiare vita, diventando una risoluta infermiera per prendersi cura delle
persone malate. Dopo essersi trasferita in Louisiana viene assunta dall’anziana
Violet, che abita in una vecchia casa isolata tra le paludi, per assistere suo
marito Ben, muto e parzialmente paralizzato dopo un misterioso incidente. La
ragazza percepisce subito che nella casa c’è una strana atmosfera di
strisciante pericolo e che Ben sembra volerle comunicare qualcosa con il suo
sguardo atterrito, ma non intende rinunciare all’incarico. Dopo essere entrata
in possesso di una chiave passe-partout, Caroline scopre una strana
stanza segreta piena di specchi e di oggetti che fanno pensare alla magia nera
dei rituali vudù. L’ambigua Violet le racconta allora una vecchia storia del
passato, legata a due camerieri di colore che lavoravano nella casa ed erano
potenti stregoni del vudù, poi scoperti e impiccati dai precedenti proprietari.
La ragazza si convince che la malattia di Ben sia legata ad una terribile
maledizione proveniente dalla stanza nascosta, ma non può neanche lontanamente
immaginare l’orribile segreto che vi è sepolto. Notevole horror di atmosfera di
Iain Softley, scritto dallo specialista Ehren Kruger, tutto giocato sulle
suggestioni sfuggenti, sul senso di minaccia incombente e su sensazioni di un
orrore inquietante che ti sta col fiato sul collo ma che non riesci a scorgere.
E’ un film di attese, di passaggi e di ambiguità, tutto giocato sul filo
dell’indeterminato, della superstizione, della paura del soprannaturale e del
confine tra sogno e realtà. Senza mai puntare sullo shock esplicito o sugli
effetti gore, questo raffinato horror
psicologico si insinua lentamente e silenziosamente nel profondo per solleticare
i terrori ancestrali e per affermare un principio fondamentale di ogni pratica
paranormale, in base al quale, affinché una magia funzioni, è necessario che la
sua vittima ci creda fermamente. Molto efficaci le ambientazioni umide e
malsane delle paludi del sud degli Stati Uniti, avvolgenti le musiche di Ed
Shearmur e bella prova del cast che annovera Kate Hudson, Gena Rowlands, Peter
Sarsgaard e John Hurt, incredibilmente espressivo senza mai pronunciare una
sola parola. Molto bello e riuscito lo spiazzante finale a sorpresa, che dona
alla vicenda una nuova luce inaspettata e che pone decisamente il film sopra la
media dei suoi simili.
Voto:
Nessun commento:
Posta un commento