giovedì 6 maggio 2021

Banditi a Milano (1968) di Carlo Lizzani

Nell'autunno 1967 la banda Cavallero insanguinò le strade di Milano con rapine e omicidi, seminando il panico e scatenando una violenta rivolta di sdegno, sia popolare che di opinione pubblica. Il film di Lizzani, girato sei mesi dopo l'arresto della banda, cambia i nomi originali (il capo Piero Cavallero diventa Piero Canestraro) e si focalizza sull'impresa più cruenta della gang criminale: la rapina del 25 settembre 1967 alla filiale del Banco di Napoli di largo Zandonai, con successivo inseguimento e sparatoria per le vie cittadine contro le forze dell'ordine. Alla fine il tragico bilancio del pomeriggio di fuoco milanese sarà di 3 morti e 12 feriti, tra passanti o automobilisti che si trovarono coinvolti per puro caso. Questo cruento poliziesco-crime di Carlo Lizzani è un "instant movie" teso e spettacolare, girato nei luoghi reali dove si svolsero i fatti, ben aderente alla cronaca, efficace nella ricostruzione delle atmosfere d'epoca, apolitico, stilisticamente plumbeo e carico di violento pathos narrativo. E' un film importante nella carriera del regista, probabilmente il suo lavoro migliore, ed è un cruciale spartiacque nella storia del cinema di genere italiano: uscito, con grande successo di pubblico, in piena epoca d'oro degli "spaghetti western", pose le basi concettuali per l'imminente nascita del filone "poliziottesco" (il cui capostipite è La polizia ringrazia (1972) di Steno), un sotto-genere che avrà enorme successo popolare per tutti gli anni '70 e decreterà la fine del western italiano (di cui prenderà idealmente il posto). Nel cast, che annovera Tomas Milian, Don Backy e Ray Lovelock, svetta il grande Gian Maria Volonté, perfetto nei panni del bandito Canestraro/Cavallero, di cui cattura la parlata torinese, la mimica, l'arroganza e la fantasia criminale. In questo film ha esordito l'attrice Agostina Belli, che diventerà uno dei volti femminili più belli e noti del nostro cinema anni '70.
 
Voto:
voto: 3,5/5

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