sabato 1 maggio 2021

Bullet in the Head (Dip huet gai tau, 1990) di John Woo

Durante la guerra in Vietnam tre amici d'infanzia (Ben, Frank e Paul) sono costretti a fuggire da Hong Kong per aver involontariamente provocato la morte di un membro di una banda criminale. Si rifugiano a Saigon e devono arrangiarsi come possono per sopravvivere, tra l'intensificarsi del conflitto, la povertà, il mercato nero, le ingiustizie sociali e la delinquenza dilagante. Catturati dai Viet-Cong vivranno esperienze terribili, in cui la vera natura di ognuno di loro sarà messa duramente alla prova. Crudo dramma bellico d'azione di John Woo, antecedente al suo periodo americano e dalla lavorazione lunga e travagliata, che ha dato vita a diverse versioni dell'opera, tra tagli, ripensamenti, imprevisti e interruzioni delle riprese. Al momento la versione più completa tra le circolanti è quella internazionale di 136 minuti, reperibile anche interamente doppiata in italiano. E' un film secco e teso di amicizia virile, in cui l'irruzione tragica della storia porterà a drammatici sviluppi, ben diretto e ben recitato, con personaggi tridimensionali ed un'affascinante ricostruzione d'ambiente. Le sequenze d'azione, in cui il regista è maestro, sono il punto di forza assoluto: spettacolari, incisive, adrenaliniche e violente. In particolare quella della strage nel locale notturno vale, già da sola, la visione del film. Per molti è il film migliore dell'autore cantonese, per tutti i suoi ammiratori è un cult assoluto, ma alla sua uscita in oriente fu praticamente snobbato, provocando anche polemiche per i suoi contenuti. La verità sta nel mezzo: è una pellicola eccellente nel suo genere, ma risente un po' troppo dei "debiti" verso gli importanti predecessori da cui Woo ha tratto ispirazione (Il cacciatore di Cimino è quello più evidente, ma non è il solo). Però la sua maggiore brutalità e libertà espressiva (caratteristica che rende il cinema asiatico unico nel suo genere e "privilegiato" rispetto a quello occidentale) ne fanno, inevitabilmente, un'opera di nicchia, poco commerciale e, quindi, apprezzata da tanti cinefili.
 
Voto:
voto: 4/5

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