mercoledì 12 maggio 2021

Caramel (Sukkar banat, 2007) di Nadine Labaki

Attraverso la quotidianità di un salone di bellezza di Beirut, tra una ceretta e una messa in piega, ci vengono narrate le storie di sei donne di differente età, fascino, ceto sociale e razza, con le relative interconnessioni. Layale ama infelicemente un uomo sposato, Jamale è ossessionata dalla forma fisica che sta svanendo, Rima vive come un dramma le sue pulsioni omosessuali, Rose è affranta per avere sacrificato la sua vita per accudire la sorella malata (Lili), Nisrine teme che il suo futuro marito possa scoprire che non è più vergine. Storie semplici che diventano la fotografia in controluce di un contesto storico-civile ben più ampio. Notevole esordio della libanese Nadine Labaki con questa spumeggiante commedia drammatica corale, un affresco al femminile leggero ed ironico che si fa metafora della condizione della donna in Medio Oriente, ma che riesce, con garbo e simpatia, a rendere i suoi temi universali, vicini e familiari al pubblico di ogni latitudine. Non a caso la pellicola, presentata al Festival di Cannes, ha riscosso un immediato successo da parte di pubblico e critica, ed è stata venduta a oltre 40 paesi in tutto il mondo. Sotto la patina frivola si nasconde un film profondo e sincero, che tocca senza pedanterie argomenti importanti come l'emancipazione, l'identità sessuale, il peso di un ambiente sociale repressivo sulla libertà individuale, i tabù imposti dalle tradizioni, l'ansia di invecchiare, il contrasto tra dovere e desiderio, l'arretratezza culturale, i diritti civili, l'integrazione etnico-religiosa e, di riflesso, la situazione politica libanese. Visivamente seducente nel suo impasto cromatico di colori caldi ed esotici, è un film delizioso, agile, delicatamente sensuale e intelligente, che ci offre non soltanto un punto di vista femminile ma di complice intimità femminile, ovvero di donne che parlano tra donne, alla loro maniera, accordando la propria sensibilità e praticità. Il cast, oltre a Nadine Labaki che interpreta il ruolo della protagonista Layale, annovera principalmente attrici non professioniste, tra cui spicca l'anziana Aziza Semaan nel ruolo di Lili, la sorella non autosufficiente di Rose. Anche la crew del film è quasi totalmente al femminile, a parte il compositore Khaled Mouznar, compagno della regista, autore di una pregevole colonna sonora. Il titolo si riferisce ad un preparato naturale a base di acqua, zucchero e limone per ottenere, dopo bollitura, una sorta di caramello che viene utilizzato per la depilazione a strappo.
 
Voto:
voto: 4/5

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